Page 95 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
P. 95

93


             niale si ha che il Comune percepì circa 86 ducati dai 180 con-
             cessionari dei fondi, fra cui troviamo i Santospago, i de Mat-
             theis. i Bianchini, i de Martinis, lo stesso Filippo De Sanctis, i
             Trotta. oltre ad esponenti delle famiglie contadine e,  di certo;
             meno possidenti delle prime, quali i Renzella, i Varrasso, i Martino,
             i Ferrara. i Salvatore, i Trubiano, gli Epifanò, i Di Battista, ecc. Più
             esiguo è il numero di coloro che pagavano in grano, e non in dena-
             ro, i suddetti canoni al Comune. Sono solo 16 affittuari, fra i quali
             notiamo ancora Vincenzo Trotta e Domenico de Mattheis ad ulte-
             liore dimostrazione che le famiglie medio possidenti, diciamo bor-
             ghesi, del Paese non disdegnarono di entrare in questo tipo di rap-
             porti con il Comune, molto spesso oggetto della loro amministrazio-
             ne. sulla base, lo lipetiamo, dello stato e del loro livello censuario.
                L'affitto dei 'due trappeti da olio di raggiane di questo Comu-
             ne' se lo aggiudicò, il 31  ottobre 1816, Antonio Olivieri, che
             offrì  18 ducati. Esso decorreva da 'quando comincia a macinare
             l'oliva·. alle condizioni 'che non possa esigere più di grana quin-
             dici in ogni macinanna d 'oliva' e che 'debba restituire ai padroni
             due baonzi di noccio morto in ogni macinnanna di oliva '.
                A Pietro Varrasso, figlio  di Domenico, il  1 febbraio  1816
             andò l'affitto della panatica, per estaglio di ducati quattro, rice-
             vendo sei salme di grano dal Comune 'per suo capitale da pa-
             garsi allafine di dicembre di quest'anno al prezzo dell'assisa
             che correrà in Popoli nell'atto della consegna'. Il Comune, dun-
             que. panizzava, come si diceva, il suo grano, o parte di esso,
             per mezzo di un privato. Questi doveva venderlo, 'di libbre sei
             la palata, ben cotta e di buona qualità', mantenendo la popola-
             zione per tutto l'anno ben prowista di pane. Particolare inte-
             ressante. a garanzia del concessionario, era quello di 'non es-
             ser tenuto a somministrare pane o farina senza essere prima
             pagato in caso venissero truppe o doversifare contribuzioni'. Il
             garante di Pietro Varrasso fu Filippo De Sanctis ed è ben stra-
             no che nel contratto non si accenni minimamente alle spese
             per macinare il grano della panatica, che probabilmente rica-
             devano al concessionario. Ai suddetti affitti seguivano quelli
             dei beni stabili delle cappelle di patronato comunale, che erano
   90   91   92   93   94   95   96   97   98   99   100