Page 69 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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A testimoniare sul conto del supposto brigante furono chia-
mati, nel 1812, i notai castiglionesi de Martinis e Falci, oltre a
Mariano Priore, Pasquale di Giovantommaso e Leonardo Fram-
molini, tutti di Castiglione. Pier Luigi Fàlci, che nel frattempo si
era portato ad abitare in Chieti, rilasciò la sua deposizione il
20 febbraio 1812. Alla domanda del Giudice della Corte Crimi-
nale di Teramo, Tommaso Pepe, che gli chiedeva cosa sapesse
della partecipazione del Napoleone ai fatti delittuosi del luglio
1807 in Castiglione, così rispose: "A circa la.fine dell'anno 1806
io mi ritirai in Castiglione, mia Patria. Vari mesi dopo e propria-
mente nel mese di giugno del susseguente anno 1807 si sollevò
il brigantaggio nella mia Patria sotto il comando di Nicola Cri-
stallini, all'orda dé quali molti si unirono ed in specie Stefano
Napoleone, come in vari rincontri ne sentivo di esso parlare. Mi-
nacciavano essi la mia morte, del Notaio de Martinis, del Signor
Eustachio de Mattheis, che in quel tempo esercitava la carica di
Luogotenente nella nostra Patria e di altri onesti cittadini, onde
cercavo nascondermi alla loro vista al più che mi era possibile.
Fra gli altri eccessi che commisero fu quello che nel giorno ultimo
del mese di luglio di detto anno si portarono ad arrestare il sud-
detto Signor de Mattheis e lo fucilarono fuori del Paese. Ero io in
quel tempo rinchiuso in casa, ma essendo stato avvisato dal mio
saccio Domenico D'Agostino che mifossi appartato, mentre ave-
vo sentito dire da quei briganti, che l'istessa sorte del de Mat-
theis mi avrebbe fatta incontrare, stimai dibbene uscirmente
dalla mia casa, e per la brevità del tempo entrarmene in casa di
un vicino e nascondermi sotto un soffitto. Non appena mi ero
adagiato sentii che in realtà si portarono taluni briganti nella
mia casa a cercare conto di me. Alla voce rinonobbi essere uno
di essi il mio paesano Pietro Valeri. Accorsero al momento altri
briganti, li quali si opposero e respinsero quei che mi cercavano.
Sedato il tumulto brigantesco riseppi che col suddetto Pietro
data a Teramo, venne condannato ai lavori forzati a vita.