Page 66 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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                 giorni ed attendendo "la notizia dell'arrivo dell'armata dalla
                 Puglia, colla quale dovevamo andarci ad unire".  Incaricato di
                 prendere acqua da bere in un fosso sotto la montagna,  il Va-
                 Ieri venne sorpreso, mentre riempiva la borraccia, da un di-
                 staccamento francese. Fu quindi condotto a Civitella Casano-
                 va, ove stette due giorni e da qui fu portato a Penne ed indi, il
                 24 maggio 1809, raggiunse Teramo. All'epoca dei fatti castiglio-
                 nesi, nel luglio  1807, le autorità civili del paese sembra che
                 non opposero, o non potettero organizzare alcuna resistenza ai
                 briganti, anzi, da una dichiarazione del Sindaco Forniti, resa
                 nell'agosto del 1809 al Giudice di Pace del Circondario di Cati-
                 gnano, si ha che non venne nemmeno messa in atto una in-
                 chiesta "giacché in quei tempi mancando ogni autorità a poter
                 procedere all'ingenere suddetto, non trovansiformate carte( ... )".
                 Né  reagì, a quanto pare, la Guardia Civica, che era già in fun-
                 zione nel paese dal 1806, tant'è che i briganti poterono libera-
                 mente agire dentro e fuori l'abitato. Allorché fu tradotto a Tera-
                 mo, il Procuratore Regio fece notificare al Valeri il già riferito
                 atto d'accusa, datato 30 agosto 1809, il quale venne pure con-
                 segnato al di lui patrocinatore, Francesco de Rossi.  Ben poco
                 valeva opporsi ai capi d'imputazione, così precisi e circostan-
                 ziati. Il Valeri,  allora, chiese il semplice ed anacronistico, di-
                 remmo noi, annullamento degli atti, respingendo l'accusa di
                 omicidio, in quanto negli stessi non vi si sarebbe trovata alcu-
                 na prova concreta. Ma l'istanza venne respinta nel settembre
                 1809. Chiamati a  testimoniare sul massacro di Castiglione
                 furono il notaio Giovannandrea de Martinis, Vincenzo Trotta, il
                 marchese Nicola de Petris-Fraggianni, Donato Forniti, Rosario
                 Colella, il sacerdote Don Francesco de Mattheis e Nunzio Ven-
                 tura. Così racconta, il primo dei testimoni gli eventi del luglio
                 1807 in Castiglione, nella deposizione resa il 10 luglio  1809, in
                 Torre de Passeri: "Io come cittadino, che sono di Castiglione alla
                 Pescara, mia Patria, conosco molto bene Pietro Valeri,jìglio del
                 quondam Domenico Valeri di detto Comune,  mio paesano, il
                 quale dentro del mese di maggio di questo corrente anno milleot-
                 tocento e nove, stando armato ed unito ad una banda di brigan-
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