Page 358 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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alla Monaca Maria Lamar e non al Padre Aureliano, non ne fu mai
stabilita l'entità, né il tempo in cui avrebbe dovuto verificarsene
l'adempimento. E dippiù è rimasto constatato che la giovane Frati
neppur pensò del proprio, né vi pensarono i suoi genitori, alle spese
del viaggio da Colle Valdelsa a Solmona e viceversa, ma che invece a
tali spese sopperì del proprio la Monaca Maria Lamar suddetta.
Considera sulla quinta che quant'anche si volesse tenere corre-
sponsabile P. Aureliano della promessa di un assegno o di una dota-
zione che la Monaca Maria Lamar aveva ottenuto dalla madre della
giovane Amalia Frati in corrispettivo della sua aggregazione all'Ordi-
ne Celestino, una tale promessa non fu mai ridotta in iscritto od
almeno manca di ciò la pruova; quindi non era possibile ad alcuno di
avvalersene e compromettere per tal modo gl'averi di quella famiglia.
E conseguentemente per la mancanza di tale obbligazione scritta
non potevasi mai verificare il vero estremo costitutivo il reato di truf-
fa, definito all'art. 62 del Codice, quello cioè di carpire, coi mezzi ivi
indicati parte alcuna dei beni altrui. Dunque, se pel fatto in disami-
na colla presente quistione, non poteva esservi reato consumato, a
maggiore ragione non vi può essere tentativo. Conciòsacché neppu-
re il fatto del rilascio di quella obbligazione avrebbe costituito il reato
consumato, ma sarebbe occorso indispensabilmente che il P. Aure-
liano avesse usato della obbligazione medesima ai danni della fami-
glia Frati ed a vantaggio di se medesimo. Era adunque solo il fatto
del rilascio dell'obbligazione che poteva costituire il tentativo e l'uso
al reato consumato, ma dal momento che il rilascio non avvenne,
non vi fu tentativo, ma solo vi sarebbe stata un'azione preparatoria
al reato, postoche il fatto dell'essersi fatto rilasciare l'obbligazione in
discorso avesse nella fattispecie potuto costituire il tentativo. Ma sic-
come in questa fattispecie si sarebbe trattato di una obbligazione
avente il suo corrispettivo, così mai si sarebbe potuto ottenere il ten-
tativo di reato.
Per tali motivi il Tribunale dichiara che i fatti addebitati a Gio-
vanni Aureliano Mezuret di Saint Alode, Errico Boyer, Gabriele Bar-
-rella e Maria Lamar di ( ... ), non costituiscono reato sotto l'articolo
393 Codice Procedura Penale. Dichiara non farsi luogo a procedimento
penale. Fatto, deciso e pubblicato in Solmona all'udienza dei ventotto
Giugno 1880. In continuazione dell'ultimo atto della discussione.
Ad ulteriore approfondimento della vicenda evocata dal suddetto
documento crediamo opportuno far seguire un più circostanziato
tentativo di ricostruzione storica per il fatto che in questi eventi si