Page 356 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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                 distinguersi la Corporazione Religiosa conducente vita claustrale e
                 senza personalità giuridica individuale dalla semplice associazione,
                 o sodalizio, anche nella condizione di conventualità; ma non di clau-
                 stralità e conservante la personalità civile di ciascun associato quali
                 sono  tutte  le  Confraternite  ed  altre  religiose  congregazioni.  E  tali
                 sono in generale i Terziarii dei diversi Ordini religiosi,  e  tale appari-
                 sce appunto l'associazione o sodalizio autorizzato dal Decreto della
                 Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari in data del 9 marzo 1872.
                 Ed inoltre cade in acconcio ricordare che nei nostri ordinamenti civi-
                 li, lasciando in disparte le circolari, che niuna forza possono avere di
                 Legge,  se non in quanto della stessa sieno meramente esplicative,
                 nulla havvi che impedisca ai religiosi già esistenti di riunirsi, di col-
                 legarsi, di vestire i loro abiti monastici e di osservare le regole da essi
                 professate.  E nulla havvi ancora che impedisca le nuove aggregazio-
                 ni agli stessi Ordini e la creazione di altri, quand'anche si avessero il
                 carattere della claustralità, poiché le leggi che ebbero per oggetto gli
                 Ordini religiosi esistenti, al momento della loro promulgazione, tol-
                 sero bensì ad essi la personalità civile di enti morali, ma non intese-
                 ro alterare in nulla la loro condizione monacale; fecero bensì sparire
                 l'ente legale,  ma in omaggio al  diritto di riunione e  della libertà di
                 coscienza, non poterono, né vollero toccare l'ente religioso. Solo po-
                 trebbe  cadere dubbio se Padre Aureliano, giusta il Cerimoniale, che
                 gli fu sequestrato nel mentre stava per farne uso, avesse la facoltà di
                 procedere alla vestizione della giovane Frati, nel qual caso egli avreb-
                 be fatto uso di un potere che non gli  competeva.  Ed invero non si
                 può negare che il detto Cerimoniale non parla che di Prelato portan-
                 te mitra e baculo; ma oltreché il fatto di avere P.  Aureliano usurpato
                 o  tentato  di  usurpare  in  quella  circostanza  le  funzioni  di Abbate,
                 consisterebbe (se pure in un diverso reato del quale non è egli impu-
                 tato) potrebbe anche essere che trattandosi di  dare l'abito ad una
                 semplice Terziaria, quale avrebbe dovuto essere la giovane Frati, non
                 fosse  per questo necessaria la dignità abbaziale e fosse stato suffi-
                 ciente essere provinciale ed anche semplice visitatore siccome la Bolla
                 di Sisto IV,  che comincia= Romano Pontefici e l'altra di Urbano VIII
                 che comincia= Militantis, ebbero ad approvare per i Terziari e Terzia-
                 rie della religione francescana. Ad ogni maniera però le due testimo-
                 niali dell'Arcivescovo di Bordeaux e fogli 20 e 208 bis, nonché l'altro
                 della  Mairie  di Lesporre  a  foglio  206 nel procedimento dicono  che
                 Giovanni Aureliano Messuret (sic!) è abate benedettino. E se tale egli
                 è, poteva e può benissimo portare la mitra ed il baculo col velo pen-
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