Page 328 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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                  vantaggio della popolazione, che vuole assolutamente la Messa a quella
                 solita ora determinata,  e  mattutina nei dìfestivi, avendo dichiarato
                 che,  se  non avrà luogo,  e presto il solito stipendio,  manderò fuori il
                 Sacerdotte addetto a  quella tale Messa per rimediare ai bisogni dei
                  miei amministrati, aggiungendo che ho dispiaciuto ai vicinissimi pae-
                 si, negando nelle circostanze un Sacerdone, rinunziando alla limosina
                 or di 1 O ed or di 12 carlini per non far mancare e perdere la Messa a
                  loro comodo in questa Chiesa. Finalmente protesto di nuovo avere già
                  impronto il reclamo da spedirsi al Ministro del Culto, al Parlamento ed
                 alla Sacra Congregazione  rispettiva, come si preveniva,  che ratterrò
                 presso di me sino ad un'altra sua graziosa risposta, di cui la prego
                  caldamente ed avrò accomodata la mia coscienza. Le bacio rispetto-
                  samente la  S.  Destra e con tutta osservanza mi raffermo.  6  agosto
                  1862. Di V. Signoria lllustrissima F.  Cristoforo da Gallinaro Presidente
                  in San Clemente.
                    Risposta. Diano 20 agosto 1862. lllustrissimo Padre Guardiano, di
                  replica alla riverita vostra di 6 andante mese ho il benefarvi riflettere
                  che, ammesso quanto voi dite di esistere il legato di Messe localizzato
                  nella Chiesa dell'ex Badia di S.  Clemente, di rilevarsi dall'istomento
                  difondazione e di essere stato scrupolosamente adempito senza in-
                  terruzione alcuna dall'862 al 1841, non siegue perciò che il Vescovo di
                  Diano sia obbligato all'adempimento di tal legato per la ragione che
                  nella Bolla di assegno dei beni concessi per dotazione alla Mensa di
                  questo novello Vescovado, non sifa motto alcuno del ripetuto legato,
                  né viene riportato fra gli esiti di pesi intrinseci, come si è praticato per
                  altri, segno dunque che la Santa Sede, nella pienezza dei suoi poteri,
                  ne hafatto la riduzione,  invertendo il ripetuto legato in altre opere di
                  pietà, cui è obbligato un Vescovo dalle rendite della mensa. Vi è molta
                  differenza poifra il possesso dell'Abate e quello del Vescovo. L 'Abate
                  era investito di un beneficio col titolo di Badia, per conseguenza, go-
                  dendo ifrutti del beneficio,  era obbligato a  soddisfare i pesi, che vi
                  erano  inerenti.  Il Vescovo  possiede  i  beni di una Badia soppressa,
                  aggregati alla Mensà episcopale ed adempie i pesi ad essa inerenti.
                  Sarebbe ingiusto ed irragionevole se,  a  ragione di esempio, dovesse
                  dalla rendita dell'ex Badia di S. Clemente, assegnata per 300 ducati,
                  libera di ogni peso, togliere 1 O.O per legati, che si dice esservi annessi.
                  Del resto,  mio caro Guardiano, Monsignore è il padrone, il suo ritorno
                  in residenza è prossimo, abbiate la pazienza di attendere altri pochi
                  giorni e  tosto che entrerà a  salvamento di questo suo episcopio,  io
                 facendogli  estensive  le  due  vostre,  non  mancherò,  siatene certo,  di
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