Page 222 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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tario".
Infatti la 'coltura delle terre non si è elevata ad industria' e
all'erario perviene, quale tassa per la ricchezza mobile prove-
niente dall'industria, la somma di 6.034,32 lire per una super-
ficie di 70.000 ettari del Circondario di Penne! Motivo centrale
dell'analisi del Prosperi rimaneva sempre la critica di fondo al
mondo agricolo, carente di quell'istruzione, che avrebbe dovuto
'migliorare la mente ed il cuore della nostra classe agricola'. Per
ciò che concerne i capitalisti, i quali 'investono il loro denaro in
altre speculazioni', pur rilevandone la rapacità nei riguardi dei
creditori, è la mancanza di produzione, fondamentalmente,
dettata dalla cattiva conduzione dei campi, a squilibrare enor-
memente il rapporto con i contadini. Così resta sostanzialmen-
te accettato il sistema vigente dei contratti agrari, come la
mezzadria, la colonia parziaria e l'affitto ed ancora in ombra
resta la compagine bracciantile, che per molti versi costituì il
nerbo del fenomeno migratorio. Non mancano, però, nella re-
lazione del Prosperi sprazzi illuminanti, dal grave sapore attua-
le in tante aree del nostro Mezzogiorno, allorché egli tratta delle
condizioni fisiche e morali dei lavoratori della terra. Giova ri-
prendere un passo: "Il contadino si trova nella necessità di aver
consigli nè suoi q[fari, di trovar giustizia contra qualche malvi-
vente che vuole qffenderlo, se intende riuscire a bene in qualche
affaruccio; e non avendo egli modo di parlare, amò d'esempio,
con il Giudice, con il Sindaco, con il Sotto Prefetto, con il Carabi-
niere ei si porta dal Signore. da cui crede poter ottenere tutto ed
implora protezione. Così si stabiliscono altri rapporti fra gli uni e
gli altri, i quali stanno tra loro come il cliente al padrone ed io
chiamo tali rapporti di convivenza sociale".
Il semplicistico neo sociologismo del Prosperi è, come si no-
tava, di per sè illuminante. Egli non menziona mai il termine
clientelismo, nè parla di subalternità. Manca, in ogni caso, il
Prosperi di mettere a nudo le radici profonde del carattere di
dipendenza della vita contadina dal signore. Egli ci dà pure
una vivace descrizione del mondo religioso del contadino, che
non _può non rilevare il carattere di dipendenza cui è soggetto.