Page 195 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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se e alla realtà dell'emigrazione, evidenziano ambedue la cen-
tralità del lavoro, quale fattore determinante il fenomeno mi-
gratorio; problema del lavoro che fra Otto e Novecento, si pose
in maniera fortemente diversa rispetto al passato, nel contesto
di una nuova ed imponente ristrutturazione dell'economia e
dei mercati a livello internazionale. Da noi, in Abruzzo ed.
emblematicamente, possiamo dire in Castiglione a Casauria,
la crisi dell'agricoltura, oramai in rapida trasformazione capi-
talistica, mise a nudo irrimediabilmente squilibri antichi e di
sempre, contribuendo ad aggravare il quadro sociale con nuo-
ve forme di sottomissione e di sfruttamento per i nullatenenti
ed i contadini poveri, costituenti la stragrande maggioranza
della popolazione. Vi fu certamente un problema demografico,
che però non trovava soluzione all'interno dell'economia agri-
cola locale (senza parlare dell'inesistente o quasi economia in-
dustriale), giacché essa si andò ristrutturando attorno agli in-
teressi dei grandi proprietari terrieri, con l'espulsione dal ciclo
economico di un numero elevatissimo di persone. Un questio-
nario redatto del 1908 'sui rimpatrii degli emigranti', rimes-
so alla Sotto-Prefettura di Penne da parte del Comune di
Castiglione. può darci un quadro più circostanziato della in-
cidenza locale del fenomeno sul piano sociale. Intanto la
durata media del soggiorno in America di coloro che rimpa-
triavano è fissata in un periodo che va dai due ai cinque
anni, mentre tutti quelli che tornano in patria ripartono dopo
quattro o cinque mesi nella quasi totalità dei casi. Da ciò
derivava il carattere temporaneo dell'emigrazione. I rimpa-
triati portano capitali con i quali acquistano terreni, acco-
modano le loro case. acquistano case e le ampliano.
"Ciò ha portato - dice il questionario - unjrazionamento alla
proprietàjondiaria. ricavandone di molto il valore". Questa no-
tazione ci appare particolarmente interessante, perché denun-
cia una stasi effettiva - probabilmente perdurante da moltissi-
mo tempo - del mercato fondiario, da sempre condizionato
dalla grande proprietà, ancora imperante a fine Ottocento.
Il desiderio e la possibilità d'acquistare terreni da parte dei