Page 142 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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Dalla ulteriore testimoninza di Domenico Santospago, resa
il 27 aprile 1861, emergono ulteriori e più interessanti partico-
lari. Intanto, sulla visita che fecero al Calore il teste riferì che
Sabatina Di Giandomenico disse a quest'ultimo 'che i signori
di Castiglione minacciavano difarlo uccidere, non ricordando
se li avesse nominati'. Come già dichiarato in altro interroga-
torio, il Santospago riferì ancora la circostanza secondo la quale
il Di Giandomenico gli disse che Domenico di Carmine Marti-
no lo aveva minacciato di morte. 'Esso Martino - continua il
teste - saccio del marchese D. Pietro de Petris, di cui tiene a
colonia una massaria e dove abita con l'intera famiglia, la quale
con.fidente del signor De Petris, cosicché il di costuifratello D.
Lorenzo de Petris ha per sua governante Francesca Martino
sorella di Carmine'. Si confermano ancora i fatti del 1849, quan-
do il Di Giandomenico venne trattenuto nel corpo di guardia
della Guardia Urbana per diversi giorni, per essere poi malme-
nato in casa di Giovan Battista Schiera, 'sino a riportare una
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rottura della spalla destra'. 'Esigevasi dal Tenente - dichiara
espressamente Domenico Santospago - che il Di Giandomeni-
co avesse rivelato i liberali del paese e quelli che aveano rela-
zioni di amicizia e corrispondenza coi signori de Cesaris di Pen -
ne. Ignoro chi avesse denunciato il Di Giandomenico e solamen -
te posso precisare che Capo Urbano di quell'epoca era il mar-
chese Pietro de Petris' 1 19 1 1.
Quest 'ultimo, chiamato in causa - come si è visto - dai
testimoni torresi, era stato interrogato ben prima, il 14 febbra-
io 1861 e mai più lo fu in futuro, nonostante le eclatanti rive-
lazioni del Cappelletti, del Calore e del Santospago. Allorché lo
stesso giudice Cocci lo interrogò, dichiarò che, quando si di-
( 191) I particolari delle violenze sofferte dal Di Giandomenico nel
1849 vennero confermati dalla moglie, Maria Buccilli, che depose
pure il 27 aprile 1861 , la quale precisò che il marito rimase carcera-
to per tre giorni e tre notti.