Page 140 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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                  nico de Cesaris di Penne,  il quale aveva dei crediti in Castiglio-
                  ne ( ... ),  che i de Petris e la famiglia dei signori Ventura, special-
                  mente l'Arciprete D. Sera.fino Ventura, che uniti lo perseguitava -
                  no, cosicché (Di Giandoenico n.d.s.) aveva intenzione di cambia-
                  re  domicilio  ( ... ).  Pubblicata  la Costituzione  nel passato anno
                  1860, Sabatina Di Giandomenico, nel mese di luglio od agosto
                  che non rammento precisamente, mi disse per la strada di Cati-
                  gnano che sarebbe stata quella l'occasione propriziadi riferire a
                  D.  Clemente de Cesaris gli oltraggi ricevuti in casa Schiera, ma
                  che avendolo risaputo il marchese de Petris, D. Francesco Schiera
                  e gl'individui dellafamiglia dell'arciprete Ventura, gli avevano
                  fatto  ridire,  che se nonfiniva difare il ciarlone, gli avrebbero
                  fatto levare la pelle. Il Di Giandomenico non mi rivelò le persone,
                  a mezzo delle quali gli erano state fatte le suddette minacce, né
                  egli mi nominò gl'individui cò quali erasi egli espresso di voler
                  riferire gli avvenimenti del 1849 al Signor de Cesaris. Solamen-
                  te mi assicurò il Di Giandomenico che, intimorito delle( .. ) minac-
                  ce, non aveva fatta alcuna rivelazione al Signor de Cesaris. Pos-
                  so assicurare che in quell'epoca D.  Clemente de Cesaris aveva
                  in Penne una carica e se non erro quella di Maggiore della Guar-
                  dia Nazionale. In un giorno di sabato, che qui (Torre de Passeri
                  n.d.s.) ricorre il mercato, dentro il mese di settembre ultimo, Sa-
                  batina Di Giandomenico ripe tè le minacce sopra enunciate. Dopo
                  pochi giorni si udì l'omicidio in persona del Di Giandomenico"  11891 •
                     Il Cappelletti, in prosieguo di deposizione, raccontò pure di
                  aver incontrato in Torre de Passeri, dopo che si seppe dell'omi-
                  cidio in questione,  il marchese  de Petris,  di buon mattino e
                  che, al riguardo, si abboccò con il compaesano Giovan Batti-
                  sta  Calore,  comunicandogli  i  suoi  sospetti  contro  il signor
                  marchese de Petris e che anche il Calore gli manifestò che il Di
                  Giandomenico,  pure  a  lui,  aveva  estrinsecato  le  minacce  di
                  Schiera, de Petris e dei Ventura. Giovan Battista Calore del fu




                     (189) Cfr. AST,  Gran Corte Criminale, busta 945, cit. passim.
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