Page 87 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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               legislazione statale attorno all'amministrazione dei behefici ec!

               clesiastici aventi cura di anime sortì, con il real decreto 3 otto-
               bre 1811, importanti provvedimenti, che tesero, appunto, ad
               una definizione ricettizia delle chiese parrocchiali, nel senso
               che esse divenivano ambito e materia per l'intervento ammini-
               strativo dello Stato e dei Comuni. Le  disposizioni formarono
               oggetto il 20 gennaio 1812 di una circolare intendentizia, a fir-
               ma del segretario generale dell'Intendenza di Teramo, avente
               funzioni di Intendente, F.S. Petroni, dal titolo: 'Istruzioni per lo
               stabilimento delle Commissioni Amministrative delle Parrocchie
               vacanti'.
                  "Il cultoJa parte del Governo civile - si scrive in premessa
               della circolare - e questo principio vero di saviezza sarà un gior-
               no adottato in tutta la sua estensione. Intanto il Governo volen -
               do restituire le rendite delle Parrocchie alla primitiva destinazio-
               ne e dare una prova dell'interesse, che prende nella conserva-
               zione del Culto della Religione dominante, e volendo che quelli.
               che esercitano queste augusteJunzioni non manchino del neces-



               consistenza economica, aveva una posizione più solida e florida rispet-
               to alla chiesa parrocchiale in generale. La chiesa ricettizia,  in ogni
               caso, aveva in dotazione un complesso di beni costituenti la massa
               comune, che era proprio la sua peculiarità: non si verijìcava, come per
               le parrocchie, che una ricettizia e i suoi partecipanti dovessero fare
               a.ffidamento per il loro sostentamento solo sulle decime sacramentali e
               sulle oblazioni deifedeli. Tuttavia anche nelle ricettizie vi era una pro-
               fonda disparità di trattamento economico tra i suoi membri; anche tra
               costoro vi era un clero emarginato, subalterno, che era il clero non
               partecipante, che non godeva delle porzioni della massa comune e che
               pure aveva problemi di sostentamento. Il governo napoleonico mirò a
               portare una perequazione economica fra tutte le chiese e questo obiet-
                tivo cercò di realizzare attraverso una serie di riforme".  Cfr. E. Rober-
                tazzi, op. cit., pagg. 404-405; B. Pellegrino, Clero e società nel Mezzog-
               giorno dalla Restaurazione all'Unità, in Problemi di storia della Chiesa.
               Dalla Restaurazione all'Unità d'Italia, Ed. Dehoniane. Napoli  1985.
                pagg. 391-408.
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