Page 320 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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                 l'invidiosa baldanza dei ricorrenti Cappuccini ed Osservanti di Toc-
                 co, nonché quella a  mille doppii più scandalosa, benché tutta natu-
                 rale, del Padre Urbano, col suo Guardiano, Padre Leopoldo da Cer-
                 chio.  Questi,  emulando Caino,  procurando amarezza alla comune
                 Madre Provincia, a cui si erano ribellati, impugnavano la spada della
                 lingua e della penna intinta nel calamaio della menzogna, per ucci-
                 dere i propri fratelli religiosi. Alla infine, vedendosi da per tutto sbu-
                 giardati, si davano alla disperazione, insieme col loro colosso milita-
                 re, il Maggiore D'Ambrosio, su cui fidavano. Così, in ogni modo e da
                 per tutto,  sventate  le  trame  inique  dei  delatori  fratelli,  quei  di  S.
                 Clemente entravano nel più ampio possesso della tanto desiderata
                 pace, ardentemente e pazientemente aspettata.   -

                                      FILO ELETTRICO
                    Senonché ad una grande impresa, come era quella di rialzare S .
                 Clemente  a  Casauria  dalle  sue  rovine,  non  mancano  dispiacenti
                 amminicoli. Dopo tante sofferte pene, succede la immediata e"rezio-
                 ne del filo elettrico tra Popoli e Chieti. Quei crocifissori addetti a  tale
                 erezione, nella lusinga di avere denaro dai Religiosi di Casauria, non
                 meno  di  docati  40,  poggiarono  dispettosamente  a  due  punti delle
                 mura del  Convento  il detto filo  elettrico  per guisa  che impediva il
                 restauro del quadrato. A tale dispetteria il P.  Cristoforo si dava da
                 fare,  ma inutilmente sopra luogo,  a  Popoli e  Chieti e  perciò si vide
                 nella dura necessità di rivolgersi a  Napoli con la seguente supplica.
                 A  Sua Eccellenza il Cavaliere Grancroce D.  Antonio Bracco. Ammira-
                 glio, Direttore Generale dei Telegrafi elettrico e visuale. Eccellenza, la
                 Maestà di Ferdinando 2° (di F.M.)  con Real Decreto,  e Francesco  2°
                 (D.G.) con Real Rescritto, si compiaceva concedere a  noi Minori Rifor-
                 mati, il memorando locale di S. Clemente a Casauria, acciò non peris-
                 se totalmente e si riparasse alle sue rovine. Il restauro porta assoluta-
                 mente che il locale torni ad essere un quadrato, giusta le fondamenta
                 già esistenti, ma ilfùo elettrico che comunica tra Popoli e Chieti, pog-
                 giando su due punti degli avanzi delle nostre antiche fabbriche, impe-
                 disce per conseguenza il proseguo del ristauro,  e quindi non si otter-
                 rebbe il numero delle camere st!lfi.cienti per la Famiglia Religiosa. Ad
                 evitare questo  inconveniente,  quando furono alzati i pali,  o  aste,  e
                 situavasi iljilo elettrico,  il sottoscritto avanzava a  voce ed in scritto
                 calda preghiera, perché si lasciassero libere le mura di questo Santua-
                 rio,  ma a  nulla giovò. Si recò in Popoli e quindi in Chieti a  rinnovare la
                 preghiera, che purefu inutile per la sola ragione che vi occorre denaro
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