Page 306 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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anni posteriori attaccato a quella Chiesa monumentale sorse per l'Abate
Ordinario per la sua Curia e pel Seminario del distrutto Monastero;
ma l'assenza abituale degli Abati Ordinari pro tempore e la soppres-
sione della Curia e del seminario in virtù della citata Bolla, dall'altra
parte produssero molti guasti in quelfabbricato, al mantenimento del
quale l'ultimo titolare (trapassato nel 1841) non pensava né punto, né
poco 1191 • Fin dai primordi del mio Pastorale Ministero rivolsi l'attenzio-
ne a quel locale e profittando della vacanza di quella Badia, proposi al
( 19) Non possiamo verificare le fonti a cui attinge Mons. D'Alfonso in
questa breve sintesi storica su S. Clemente a Casauria, che reitera, più
avanti. in altri suoi scritti riportali nella 'Cronaca'. Molto probabilmente ta-
lune notizie storiche gli furono fornite da Don Serafino Ventura ( cfr. nota
n. l alla 'Cronaca' ), Vicario Foraneo di Castiglione alla Pescara. Non c'è
dato, conseguentemente, di verificare l'assunto sulla distruzione del mona-
stero che sarebbe avvenuta nel 1600, ovvero nel XVII secolo il che - alla luce
di non poche ricerche documentarie - non sembra. Né la Commenda prela-
tizia, o la sua introduzione in San Clemente a Casauria è da riconnettere ad
una presunta distruzione fisica degli edifici abbaziali. Piuttosto l'origine del
regime commendatario è da assegnare alla prima metà del Quattrocento,
successivo ad una fase di amministrazione pontificia dell'abbazia, sotto
Martino V. Né è certa, ancora in questo periodo, la scomparsa della vita
cenobitica. Per i dati sulla Commenda casauriense, convenientemente ag-
giornati alla luce di più recenti ricerche documentarie. cfr. A.A. Varrasso, De
Castello Petraniqua. Tinari Ed. 1995, seconda parte. Sull'edificio conven-
tuale, o preteso tale. annesso alla basilica clementina si veda pure
A.A.Varrasso, San Clemente a Casauria nella seconda metà del XIX secolo.
cit.. Appendice documentaria n. 1. Prima che, nel 1728, entrassero in San
Clemente, quali enfiteuti. i PP. Celestini di Santo Spirito del Morrone di
Sulmona, fu quell'abate commendatario, il Card. Carlo Agostino Fabroni, a
procedere a grandi interventi di restauro, in conseguenza dei danni riporati
dagli edifici a causa del terremoto del novembre 1706. Infatti, è del 1726 la
scomparsa iscrizione muraria, fatta apporre dallo stesso Fabroni all'interno
della basilica ed in corrispondenza della porta principale, con cui si celebra-
va, tra le altre realizzazioni. quella del ripristino dell'edificio per i Cappellani.
Cfr. A.A. Varrasso. Devozione popolare ed emergenza sismica, ecc., cit.. in
I terremoti e il culto di Sant'Emidio cit., pp. 124-125. Dal 1776 al 1841, infi-
ne, si succedettero in San Clemente a Casauria tre abati regi: Francesco
Caracciolo ( 1776-1 782); Tommaso Mazza ( 1782-1787); Giovanni Mazza
(1787-1841).