Page 290 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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convenevole, specialmente in ridurre in Monastero abitabile, almeno
per dodici individui ed ottenere dal Nostro Monarca (Dio guardi) il Real
Decreto di ripristinazione, così in qualunque momento si troveranno a
portata, noi accorreremo nelle debite forme, dopo le assicurazioni di
due Padri, che spediremo ad osservare lo stato delle cose, essendo il
nostro Istituto insuscettibile a qualunque dispendio. Il Cielo, il nostro
Patriarca, col Martire San Clemente e tutti i Santi benedicano cotesta
pia opera e comincino subito a versare sulle Loro Signorie quelle gra-
zie, che imploriamo fervidamente, avendo il vantaggio di protestarci
delle Loro Signorie Illustrissime, Aquila, San Giuliano, 8 maggio 1841,
Fra Angelo di Celano, Definitore; Fra Clemente di Popoli, Definitore:
Fra Luigi di Vallescura, Definitore; Fra Lodovico di Celano, Dl:jìnitore;
Fra Protasio di Atina, ex Provinciale. Vi è il suggello della Provincia,
volume 7°, pag. 15". Accettata come sopra l'offerta del locale, si avanza
subito istanza pel necessario Beneplacito del Re (Dio Guardi), il qua-
le per mezzo del Ministro interrogava il Provinciale, per sapere se era
nel caso di poter ristaurare il locale e Chiesa di San Clemente, per
mettervi una famiglia Religiosa, senza dissestare le altre. Il Padre
Provinciale, Francesco d'Alvito, accettava di bel nuovo l'offerta, con
la necessaria osservazione, che sarebbe riuscita difficile la ristaura-
zione del locale con la semplice speranza delle pie prestazioni dei
fedeli, ma per facilitarla era necessario il concorso della sovrana
munificenza. A tale risposta seguiva la seconda ministeriale, con quale
il Provinciale veniva autorizzato a mandare colà un Padre di sua
fiducia, per dar principio all'opera tanto scabrosa. Il Definitorio, co-
noscendo appieno l'energia, l'influenza e lo zelo del Padre Epifanio
da Paganica, rimetteva tutto l'occorrente a Lui, il quale del suo raro
coraggio accettava ubbidiente e senza mora si disponeva a recarsi di
permanenza colà, nella sua fiorita età di anni 35 e 20 di religione.
Ma che? Questo Padre di robustissima salute, gaio, e faceto, veniva
attaccato da improwisa malattia sì fiera, che ad onta di tutte le pre-
mure ed assistenza della Famiglia Religiosa di Rajano e degl'immen-
si amici presenti e lontani, di cui l'infermo possedeva i cuori, la spor-
ca e rea politica dei due medici curanti di non opporsi l'uno all'altro
nel prescrivere i rimedi, per i forti partiti del paese relativi ai medici,
fa sì che l'infermo morisse vittima dell'arte medica, compianto da
tutti i Padri della nostra Provincia, dai Cittadini e dalla moltitudine
di ragguardevoli amici, che lamentavano la dolorosa perdita. Che il
defunto fosse stato vittima è spontanea confessione dell'ottimo eri-
nomato medico Don Pasquale Fantasia, fatta a me Padre Cristoforo,