Page 165 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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            gi Nicolai e Carmine Di Giandomenico, "siccome sospetti impli-
            cati neljatto avvenuto  la sera del  13  corrente mese,  relativo
            all'omicidio di Giuliani Giuseppantonio ( ... ) ed i primi due anche
            quali dententori d'armi vietate e munizioni da guerra".
              L'assassinio venne commesso dai briganti Martino Dome-
            nicantonio e Zaccaria Trubiano, contadini alle dipendenze del
            suddetto marchese de Petris (. .. )"  12221 • Intanto, il 21 settembre,
            Francesco Schiera implorava il Prefetto di Teramo di ricevere
            giustizia,  essendo stato arrestato senza motivo "ed ora giace
            nell'orrore di queste prigioni senza conoscere il perché". Lo stes-
            so  fecero  i  de  Petris,  soggiungendo  tra  le  altre  cose,  che "il
            Delegato ( ... ) mal imbevuto da pochi malevoli, si stà occupando,
            per quanto pubblicamente si sa, di complicare gli esponenti in
            un barbaro omicidio ......  Lafamiglia de Petris non ha giammai
            armato il braccio dell'assassino, questo carattere è tutto proprio
            dei denunzianti e  se esamina la condotta presente e passata
            degli uni e degli altri, risulterà chiaramente la distanza che in-
            tercede tra essi ed allora sifarà ( ... ) il livore, la inimicizia e l'am-
            bizione, nonché la crudeltà di quei pochi delatori, tra i quali sono
            di quelli che hanno liti civili con lajamiglia degli esponenti".
               Il  Prefetto  non tardò  ad  investire  di  questo  delicatissimo
            caso il Ministero dell'Interno e lo stesso generale La Marmara
            in Napoli  12231 •
              Vi  fu  pure l'autorevole intervento  del Procuratore del Re,
            che rimise una nota al Prefetto di Teramo, datata 12 ottobre e
            che a  ben vedere risolse il caso ad un nulla di fatto e con un





               (222) Cfr. lettera del Sottoprefetto di Penne al Prefetto di Teramo
            del  19 settembre 1862. Il Sottoprefetto non conosceva ancora le dif-
            ficoltà incontrate dal Delegato di Pubblica Sicurezza ed annotò sem-
            plicemente che i prigionieri si trovavano a  disposizione del Tenente
            Colonnello comandante il Presidio Militare del Circondario.
               (223) Lettera del 29 settembre 1862. La Marmora era Commissa-
            rio Straordinario per le province napoletane.
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