Page 120 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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                dell'Intendente non andava al di là di un generico e volontari-
                stico appello a far meglio, nell'assenza quasi assoluta di dati di
                 riferimento certi e verificabili.
                   In effetti quello dei  proietti, o esposti, era diventato proble-
                 ma rilevantissimo e con decreto 21 settembre 1826 si davano
                nuove e più urgenti disposizioni per affrontarlo. Il relativo rego-
                lamento attuativo prescriveva che ogni Comune era tenuto a
                 mantenere gli esposti nella rispettiva ruota comunale  11591 •  I Sin-
                 daci, inoltre, erano tenuti a redigere, ogni tre mesi, l'elenco dei
                proietti. Questi elenchi, riuniti in uno provinciale, venivano ri-
                 messi al Ministro dell'Interno, che ripartiva provincialmente le
                 somme impegnate all'uopo. Per il  1826 la Provincia di Teramo
                 ricevette 12.924, 18 ducati, ma tale somma non era bastevole
                 allo scopo, come facilmente si poteva immaginare. Così i Co-
                 muni, con entrate proprie, furono chiamati a provvedere per la
                 differenza.  E' così,  tra l'altro, che non pochi figli legittimi e
                 naturali delle famiglie più povere divenivano projetti, perché
                 scarsissime erano le risorse economiche ed alta la natalità.
                 Perciò l'Intendente sollecitava i Sindaci ad avere maggiore ocu-
                 latezza nella classificazione dei proietti: 'Una mal intesa pietà -
                 egli scrisse - renderebbe precaria la buona esistenza di questi;
                 accrescerebbe al Comune un peso che nell'assoluta deficienza
                 di ordinarii e straordinari mezzi suoi propri non potrebbe soppor-
                 tare( .. )'.
                   Certamente una tale realtà sociale fece da sfondo agli eventi
                 insurrezionali del  1837 e, ancora, del  1848, anche se al loro
                 interno sono da vedersi linee di azione e movimenti contraddit-
                 tori.  I moti pennesi del luglio  1837, per quanto ci manchino i
                 riscontri documentari, ebbero certamente un'eco in Castiglione
                 e nella intera zona  11 601 • La rivolta del 1837, 'che segnò una delle




                   (159) Cfr.  Giornale dell'Intendenza di Teramo n.  21  del 1 dicembre
                 1826, pagg. 447-470.
                   (160) Cfr. F.  Michitelli, Storia delle rivoluzioni, ecc., op. cit.;  G.  de
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