Page 5 - Inno: Il Gran Sasso d'Italia
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Sì, tutto è grande e provvido,
                                               tutto è quaggiù bellezza!
                                                  Le rupi e le piramidi
                                                 Dalla vetusta altezza,
                                                 l’acque le valli, e l’aure
                                                 che scherzano coi fior!

                                              Tu varchi i monti? E svelano
                                                 di Dio la gran potenza:
                                              guardi alla terra? E’ simbolo
                                                  dell’alta sua sapienza:
                                                t’innalzi al cielo? E’ vivido
                                                specchio del divo amor  (7)


                                                Chiedi la vera immagine
                                               che del suo raggio accese?
                                                 Come alighier sul Catria
                                                  mira qui il bel paese,
                                                che dal Cenisio al Leuca
                                                 l’Alpe circonda e il mar.

                                                 Ecco la terra Esperia,
                                                   la terra dell’incanto,
                                               cui ride un cielo armonico
                                                ai fiori, ai suoni, al canto!
                                                S’ella è dell’arti il tempio,
                                                 questo è di Dio l’altar!

            NOTE
                (1) Le frequenti escursioni che si fanno sul Gran Sasso d’Italia dagli alpinisti, hanno dato
                    occasione alla Palestra Aternina di ricordare quella che fu compiuta il 26 e 27 luglio
                    1875 da alcuni professori del seminario di Aquila. Tra costoro c’era l’Arcivescovo Mons
                    Augusto Antonino Vicentini, allora professore di letteratura, che colpito dal sublime
                    spettacolo che offriva quell’ardua vetta, lesse all’aperto quest’inno estemporaneo la
                    mattina del 27 luglio, alla presenza dei soci, in uno dei punti meno incomodi, ove
                    fecero sosta, all’altezza di 2300metri s.l.m.

                (2) L’acqua di cui si parla è quella accennata anche dallo scrittore Pontano nella elegante
                    descrizione che ci ha lasciato sul monte Corno:
                                         “Est in Praecutinis montibus horrida cautes,
                                          indigenae vocitant Cornu, de vertice cujus
                                      manat aquae gelidus per saxa rigentia torrens …”

                (3) La roccia, come era già stato osservato da un distinto socio del club Alpino, è un
                    masso giurassico, che termina in due punte dolomitiche denominate: Corno Grande
                    e Corno Piccolo, di composizione calcarea compatta alpina corallifera.

                (4) L’Oeta, monte della Grecia, vicino alle Termopili, celebri per l’eroica difesa dei 300
                    Spartani.


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