Page 2 - Inno: Il Gran Sasso d'Italia
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Alpestre è il loco e l’aere
                                                 spira una brezza pura:
                                              qui tutto è nuovo, e vergine
                                                    il riso di natura:
                                              hanno un linguaggio insolito
                                                l’ acque, la terra, i fior.

                                                Gigante ardito innalzasi
                                               fra queste rupi un sasso,
                                               dove già tanti impressero
                                                 l’ orme di lento passo,
                                                  e di sessanta secoli
                                                   fu muto spettator.

                                                Unico, altero, immobile,
                                                  dalle canute chiome
                                                  non isdegnò d’Italia
                                                    l’invidiato nome,
                                                né per cangiar di secoli
                                                  l’avito onor cangiò.

                                               All’urto, al cozzo, al sibilo
                                                     di furiosi venti
                                                saldo rimase e indomito,
                                                 pugnò cogli elementi,
                                               il lampo, il tuon, la folgore
                                                   a piedi suoi frenò.

                                               Tra nubi ascose il vertice
                                                nei lunghi giorni e brevi,
                                                si avvolse fra le nebbie,
                                                    si ricoprì di nevi,
                                                 or dispettoso, or avido
                                                    di rivedere il sol.

                                                   Ed il rivide sorgere
                                                 Lieto fra l’ore ancelle,
                                                  sereno imperturbabile
                                                     risalutò le stelle,
                                                 ed addestrò dell’aquile
                                                 l’audace acume e il vol.

                                                                          (2)
                                             Dell’acque al roco murmure
                                                  del gufo ai tetri lai,
                                               nei foschi giorni e trepidi,
                                                 non paventò giammai,
                                                vero presagio e simbolo
                                                di antiche e nuove età!

                                                Sentì da lungi fremere,
                                                   infuriar due mari,


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