Page 388 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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53° - Senza necessità non abbiano relazione epistolare con alcu-
na persona ed ogni lettera che scrivono, o ricevono, sia sempre rive-
duta prima dalla Superiora.
54° - In questa legge non sono comprese le lettere dirette all'Ordi-
nario, al Direttore ed al Confessore. Sia anzi dovere della Superiorità
lasciare su ciò alle suddite tutta intera la libertà senza manifesta-
re in alcun modo rincrescimento, o meraviglia per tali relazioni
epistolari. Da tale legge vanno esenti anche le lettere di risposta
dei sopra citati.
55° - Le Suore sono soggette a clausura locale e non a clausura
personale.Perciò nel'interno della casa non entri alcuna persona,
fuori di vera necessità. In tal caso la Superiora ed un'altra Suora
accompagnino la persona che entra nella casa.
56° - Eccettuati i libri di divozione, nessuna delle Suore ritenga
presso di se libri che non siano esaminati dal Confessore.
57° - E' proibito assolutamente alle Suore di farsi fotografare sen-
za l'espressa licenza della Superiora; come pure ritenere presso di
loro fotografie, tranne quelle dei parenti più stretti e ciò si rimette
alla prudenza della Superiora stessa.
Cap. IV - Del Vitto
58° - Il vitto delle Suore sarà sufficiente, ma ordinario, come
conviensi alle poverelle di Gesù Cristo. La mattina prenderanno il
caffé senza latte e senza altre cose, quando su ciò non si dispensi
dalla Superiora.
59° - Per il pranzo abbiano minestra ed una pietanza, a cui po-
tranno aggiungere frutta e formaggio ed un po' di vino, se la Provvi-
denza lo manda.
60° - Nelle maggiori solennità, in qualche giorno di ricreazione ed
in circostanze particolari di fatica o altro, si potrà aumentare la loro
povera mensa di un piatto. Per cena abbiano un piatto, sia carne,
siano uova od altro, a cui potranno aggiungere un po' d'insalata:
moderatissimo sia l' uso del vino.
61 ° - Il pane sia dato a tutte secondo il bisogno di ognuna. Il vitto
nel refettorio deve essere uguale per tutte, senza distinzione di Su-
periora e suddite. Nessuna delle Sorelle tenga presso di sé, nella
cella, cosa commestibile, o potabile e chi opererà diversamente sarà
punita dalla Superiora locale.
62° - In publica mensa nessuna faccia mortificazioni volontarie