Page 237 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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nuti. "Si uscì di nuovo - disse Padre Matteo - e il Brandolini si
accompagnò con gl'altri". Richiesto dalla difesa a riconoscere la
giacca del Brandolini, che era stata acquisita agli atti proces-
suali, ciòè quella bucata dai proiettili esplosi e che la sera del
22 giugno sarebbe stata addosso al Brandolini medesimo, il
frate rispose con le seguenti parole: "Non è quella; il Brandolini
la sera del 22 giugno 1897 ne indossava una a quadretti bian-
chi e neri". E ancora: "Quanto tempo è decorso dal momento
dell'esplosione dei colpi a quello in cui vide la giacca del Brando-
lini bruciare nel lato destro?" Risposta: "Qualche minuto" 13 171 •
Queste ed altre deposizioni del Padre Matteo lasciarono viva
impressione nell'aula processuale. Il 3 dicembre fu la volta
dell'arringa della parte civile, che tornò a ribadire la colpevolez-
za degli imputati, sottolineando che vi era stato un mancato
omicidio. Combattè l'ipotesi di una simulazione di reato da
parte del Brandolini e s'intrattenne su quelle che furono le
cause "che debbono aver spinto i rei a consumare sopra la per-
sona del Brandolini un reato di mancato omicidio". Accennò alle
condizioni locali di certi paesi d'Abruzzo, "dove ancora vive,
quantunque sotto una forma parecchio larva, ilfeudalesimo
medievale" e da ciò ne deduce che "il conte de Petris doveva
molto odiare un semplice falegname, che vittorioso si ergeva di-
nanzi al suo blasone e che parimenti vittorioso occupava il posto
di assessore, stato per anni ricoperto dal re (!) di Castiglione a
Casauria". Dopo tre ore di orazione la parte civile lasciò la pa-
rola al pubblico ministero, non senza aver ricordato ai giurati
che, se gl'imputati fossero stati assolti, ciò si sarebbe risolto in
condanna del Brandolini, "contro il quale certamente s'iniziereb-
bero processi"; Il pubblico ministero non potette non riafferma-
re, alla luce dei fatti disaminati e delle prove esibite, il suo do-
vere "di non insistere altrimenti nell'accusa e di qffìdare la causa
alla religione, alla coscienza e alla rettitudine dei signori Giura-
(317) Cfr. ibidem, cit., pgg. 9 e 10.