Page 231 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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            Che, sintomaticamente, lo furono anche in diverse sedute suc-
            cessive. In quella del 9 febbraio  1896, allorché si trattò, ad
            esempio,  della costruzione del pozzo comunale presso la 'fonte
            vecchia'  opera molto sentita dalla popolazione, oppressa dalla
            cronica mancanza d'acqua. In questa occasione il  conte de
            Petris abbandonò l'aula della riunione. Alla spesa per la con-
            struzione del pozzo contribuì pure la cittadinanza con offerte di
            denaro e con la prestazione di lavoro volontario. L'ammontare
            complessivo della spesa di 475.08 lire, quindi, venne iscritto in
            bilancio  1896, trovando nella votazione un solo astenuto: il
            marchese de Petris-Fraggianni Pietro!   1306 i.
               Il conte, suo fratello,  intanto, al riguardo del nuovo pozzo
            comunale si fece autore di un ricorso innanzi al Sotto Prefetto
            di Penne, che venne partecipato al Consiglio comunale nella
            seduta del 23 aprile  1896, trovandosi assenti ambedue i de
            Petris. La discussione avutasi al riguardo trascese dal mero
            significato della circostanza, offrendoci così uno spaccato ulte-
            riore ed illuminante della vita amministrativa e politica del
            Paese di fine secolo. Il Sindaco Napoleone non usò mezzi ter-
            mini: "Se tale ricorso - egli disse - che più propriamente dovreb-
            be chiamarsi libello,  non rtfl.ettesse che la sola persona mia di
            cittadino, io non me ne farei alcun calcolo, perché sono persuaso
            che taluni gentiluomini dei dì nostri valgano meno del tomaia
            delle mie scarpe". Così pose al Consiglio l'esigenza di un voto di
            fiducia al suo operato, lasciando la presidenza della seduta
            all'Assessore Varrasso Leonardo.
               Intervenuto nel dibattito, l'Assessore Brandolini usò 'parole
            roventi' per descrivere il conte de Petris e concluse che il suo
            ricorso "è un ammasso di inconcludenze, che solo potevansi
            scrivere dalla penna del signor de Petris". Di più! Nel ripetere gli
            attestati d'onestà del Sindaco, si riservò di far comprendere al
            pubblico "che la verità non debba essere mai manomessa in




               (306) Cfr. ASC, ibidem, cit ..  passim.
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