Page 7 - MDC Informa n.29
P. 7

Testimonianza di Manuela Marchesin ex mamma ed attu-
             ale  educatrice:  quando Suor Anastasia mi ha chiesto: - Ti va di
             fare una tua testimonianza sulla nostra scuola la sera della ve-
             glia? Io ho risposto :- Beh! Certo! Due parole in fila dovrei riusci-
             re  a  dirle!  Ma  su  che  cosa  dovremmo  riflettere?  E  lei:-  Ti dico
             una parola: GIOIA! Io comincio un po’ a pensare:- Gioia, gioia! E
             adesso che dico? Poi piano piano la mente mi vola a circa dicias-
             sette anni fa  e inizio a sorridere. E penso alla mia bambina ora
             ventunenne, con il suo grembiulino bianco con il colletto azzurro,
             il  suo  cestino,  il  suo  sorriso  e  la  sua  gioia  nel  voler  andare  a
             scuola. Certo i primi giorni ha pianto un po’! E le suore ne sanno
             qualcosa, ma passati i primi tempi, che si sa, sono duri per tutti,
             lei non vedeva l’ora di incontrare i suoi amichetti, le sue suore, di
             giocare, disegnare, cantare ed imparare a fare tante cose belle!
             Si è persino fidanzata e con tanto di anello! Io ero felice di ac-
             compagnarla e di lasciarla nella nostra scuola, perché ero sicura
             che all’uscita l’avrei trovata soddisfatta e contenta di aver impa-
             rato e sperimentato nuove cose. Continuo a pensare e vado a-
             vanti  nel  tempo,  a  quattordici  anni  fa.  E  sorrido  ancora  di  più
             pensando a Francesco. Quando era piccolo era un vero terremo-
             to. Simpatico, ma vivacissimo, tanto che lo chiamavamo “il Sara-
             ceno”  oppure  Attila,  perché  dove  passava  lasciava  il  segno!
             L’esperienza  con  Giulia  in  questa  scuola  era  stata  bellissima,  ci
             eravamo  sentiti  come  in  famiglia  e  quindi  perché  non  ripeterla
             con lui? Forse le suore sarebbero riuscite a farlo diventare meno
             … vivace! Così il primo giorno di scuola, anche lui, fiero nel suo
             grembiulino, veniva affidato a loro.— Suore, ecco! Pensateci pu-
             re voi! Così fu fatto! Loro si sono prese amorevolmente, ma con
             fermezza, cura  di lui, facendogli comprendere che ci sono regole
             da rispettare, tanti momenti per giocare ed altri per fare silen-
             zio,nell’insegnargli tutto ciò che lo avrebbe aiutato ad affrontare
             con sicurezza la scuola primaria e Francesco ha ricambiato con
             affetto andando ogni giorno a scuola con serenità, gioia, voglia
             di stare con compagni ed insegnanti. Il mio viaggio con la mente
             continua e arriva a dodici anni fa. Con i miei figli, alunni di que-
             sta scuola, ed essendo cresciuta praticamente in parrocchia, ero
             sempre di casa, aiutando come potevo le nostre infaticabili suore
             fino a che mi venne proposto di unirmi a loro e fare l’educatrice.
             Accettai  con  vera  gioia e  mi  buttai  in  questa  avventura.  I  miei
             primi giorni di scuola, questa volta non da alunna, ero insicura,
             timorosa di sbagliare ed impaurita da tutti quei bimbi che pian-
             gevano,  urlavano,  correvano!  Non  sapevo  che  fare,  finché  le
             suore mi dissero: Tranquilla! Non ti devi preoccupare! Comporta-
             ti come una mamma e tutto andrà bene! Fu così! Da quel mo-
             mento ogni timore scomparve e stando e stare tutti i giorni con
             tutti quei monelli, dandogli tanto affetto cercando di tirar fuori da
             loro il meglio, è sicuramente una grande gioia ed un’esperienza
             che arricchisce. I bambini ti sanno stupire, ti divertono, ti intene-
             riscono e beh … a volte … spesso ti fanno, diciamo, innervosire!
             Ma basta uno sguardo, una carezza, una parola gentile e tutto
             torna gioioso e giocoso. Per questo ogni giorno vengo a scuola
             con serenità. Certo, qualche volta non nego che pesa un po’, so-
             prattutto il lunedì!

                                                            7
   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12