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Testimonianza  del  signor  Antinari:  io sono il papà di 3 figlie che circa 30 anni fa ogni mattina
             accompagnava a questo asilo. Due di loro ora sono diventate mamme e mi hanno dato la gioia di
             essere nonno. Quindi adesso accompagno all’asilo i miei nipotini. Dico questo per ricordare un
             evento avvenuto nell’ottobre del 1981, e cioè quando Papa Giovanni Paolo II venne in visita alla
             Parrocchia. Dopo la Cerimonia religiosa il Papa volle visitare la scuola materna e incontrare i bam-
             bini e io, allora giovane papà, ebbi dalle Suore l’incarico e il grande privilegio di rivolgere al Papa
             un saluto a nome dei genitori e dei bambini dell’Istituto. Inutile raccontare l’emozione e la gioia di
             questo incontro, avvenuto nel giardino della Scuola, perché il Papa amava enormemente i giovani
             riponendo in loro grande speranza per il futuro. Alcuni di voi avanti con l’età come me, ricorde-
             ranno questo avvenimento...Al termine della visita Giovanni Paolo II disse ai bambini che loro e-
             rano la speranza di tutti noi, del mondo intero e soprattutto del Papa. E io penso che questo Isti-
             tuto è il luogo della speranza, che si rinnova ogni anno così come chiesto da Papa Voytila, sotto la
             guida delle Suore che dedicano tutta la loro vita alla guida dei nostri piccoli. A loro dobbiamo tutti
             noi una grande riconoscenza per l’amore con cui portano avanti questa opera per i nostri bambi-
             ni, nostri figli e nostri nipoti.
             Testimonianza  di  Marina  Lombardi:  Don Riccardo, sento il dovere di unirmi ai ringraziamenti
             che senz’altro ha ricevuto numerosi, da parte di coloro che hanno partecipato ai due giorni di fe-
             sta apprezzando l’iniziativa. Potrà sembrare banale, ma ritengo importante esternarle, quanto im-
             portante sia stato per tutti noi, ritrovarci nella nostra parrocchia, con i vecchi amici (quelli che
             hanno accettato l’invito).In realtà negli ultimi anni ci sono state altre due occasioni: la prima il 24
             settembre 2011, pensata in occasione della festa della parrocchia del maggio precedente, e la
             seconda il 20 ottobre 2012 per festeggiare l’incarico di Madre Generale, ricevuto da Suor M. Gra-
             zia. Questa volta però, enorme è stata l’emozione nel rivedere con le quali abbiamo trascorso tan-
             ti anni della nostra infanzia e adolescenza. La cosa più incredibile è stata per noi constatare che
             non hanno esitato un momento a riconoscerci, nonostante siano passati circa 40 anni. Mi ha rac-
             contato mia sorella che, quando in chiesa si è accostata a Suor Celina dicendole:- Lei probabil-
             mente non mi riconoscerà, io sono Paola …; lei ha risposto immediatamente:- Lombardi! Lo stes-
             so è avvenuto quando ci siamo avvicinati a suor Tonia  o alla vecchia madre superiora Suor M.
             Assunta, che ci ha stretti in un abbraccio forte e ci ha lasciati senza fiato. Mentre ha iniziato a
             raccontare alcuni  particolari del passato: l’annuncio da parte di mio padre nel consiglio pastorale
             della nascita di mio fratello Gianni o il caffè “all’italiana” da lui offerto durante un viaggio a Lour-
             des, e altri ricordi ancora rimasti indelebili nella sua mente. Mentre per noi era naturale ricordare
             loro, ci sembrava impossibile che le suore, con le migliaia e migliaia di persone incontrate nella
             loro  vita  in  questi  lunghi  anni,  potessero  averci  ancora  nel  cuore.  Mi  riferisco  naturalmente  al
             gruppo di quelle storiche che, a differenza di Suor Anastasia (che fortunatamente presta ancora
             servizio qui), non hanno più fatto ritorno in parrocchia. Le confesso che ho faticato un po’ a con-
             vincere mio fratello a partecipare, tendenzialmente fin troppo “orso” e tra l’altro tifoso romanista
             (l’incontro avveniva in concomitanza con una partita di campionato); per questo, è stata una im-
             mensa soddisfazione vedere quanto sia stato felice di avervi preso parte. La riprova di tutto ciò
             l’ha avuta quando mio zio gli ha chiesti se voleva vedere uno spezzone di partita, e lui ha risposto
             che non ne aveva voglia. Ho potuto constatare che preferiva rimanere lì, a parlare con le suore e
             le mamme delle mie amiche che lo avevano riconosciuto, e che coccolandolo, ricordavano i lunghi
             trascorsi da chierichetto. I ricordi di Don Pietro, sono i nostri: l’oratorio femminile rigorosamente
             separato da quello maschile da un muro invalicabile fatto di porte e cancelli perennemente chiusi,
             poi pian piano caduto come quello di Berlino, o anche i campi a Tocco Casauria, a Subiaco, le gite
             sulla neve con i cartellini plastificati al collo, i ritiri nei diversi istituti, il servizio d’ordine durante le
             celebrazioni delle prime comunioni(dove c’erano anche 70-80 bambini per ogni turno). Poiché la
             mia esperienza, come quella di molti altri, non si è limitata alla frequentazione della scuola mater-
             na, ma è proseguita per molti anni, con una presenza in parrocchia praticamente quotidiana, per
             lungo tempo nell’oratorio femminile, con il gruppo “Gioventù Amica”, e successivamente in quello
             maschile che poi ha iniziato ad accogliere ragazzi e ragazze), con il gruppo O.P.A. (Organo pro-
             motore Attività), fino al matrimonio con Andrea. Oggi, dopo tanto tempo, abbiamo respirato an-
             cora quello spirito di spensieratezza, fatto di risate e divertimento e tanto altro, proprio come

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