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L’8 e 9 marzo 2014, si è svolto a Roma il Simposio Internazionale sul tema

                    “La gestione dei beni ecclesiastici degli Istituti di Vita consacrata e delle Socie-
                   tà di Vita Apostolica a servizio dell’humanum e della missione della Chiesa”

             richiesto da Papa Francesco. L’incontro è stato interamente presieduto da Sua Eminenza il Cardi-
             nale João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società
             di vita Apostolica. Il simposio ha suscitato domande sullo squilibrio tra il personale e le risorse
             nella Chiesa degli emisferi nord e sud del mondo, la sostenibilità della missione delle congregazio-
             ni nei loro territori di attività e come equilibrare il senso degli affari con la fiducia nella Provviden-
             za divina. Queste le riflessioni di Suor  M.  Daniela  Di  Bacco  Economa Generale della nostra fa-
             miglia religiosa che ha avuto la grazia di potervi partecipare:
             dal simposio sono emerse le nuove linee guida per una gestione “carismatica” dei beni che rompe
             con la logica della ricerca avida di beni materiali verso una nuova mentalità che pensi in termini di
             comunità, di fraternità, di priorità di vita di tutti e di ciascuno per il possesso dei beni da parte di
             alcuni, una mentalità in sintonia con la dottrina sociale della Chiesa, secondo la quale la destina-
             zione universale dei beni è un diritto primario, anteriore a  quello della proprietà privata. In que-
             sto contesto si afferma, con urgenza, che i consacrati sono chiamati a superare la “solidarietà su-
             perficiale”,  caratterizzata  da  aiuti  seriati,  per  addentrarsi  in  una  “solidarietà  feconda”,  una
             “solidarietà eccellente”, quella della mano dell’intelligenza, della capacità e dell’efficacia che cerca
             di gestire i beni con maggiore responsabilità e serietà, che mette in moto le mediazioni adeguate
             per venire incontro di chi si trova in difficoltà, e ha come finalità la costruzione di una società in-
             clusiva e fraterna. In quest’ottica nuova, siamo chiamati, come ha ribadito Mons. Carballo, Segre-
             tario della Congregazione, a “ Svegliare il mondo, anche attraverso una gestione profetica dei be-
             ni”. Certamente si è consapevoli che i beni che i religiosi gestiscono sono della Chiesa, e quindi di
             tutta l’umanità, in particolare dei più poveri, per arrivare ad orientamenti condivisi che aiutino ad
             attraversare le difficoltà tipiche di questo tempo. Inoltre le opere degli Istituti diventano sempre
             più complesse da gestire, i vincoli di bilancio si fanno stringenti. Si è alle prese con un patrimonio
             che non va messo a rischio, ma nemmeno rimanere sottoutilizzato o non utilizzato affatto. Come
             muoversi e con quali criteri? Dal simposio è emerso che le decisioni sulle opere e sul patrimonio
             vanno prese alla luce della missione e del carisma di ogni Istituto. La dimensione economica non
             va  considerata  un  accessorio  della  vita  consacrata,  ma  un  ambito  importante:  attraverso
             l’economia passano scelte fondamentali delle realtà religiose. Le scelte economiche dicono lo stile
             di vita e il modo di seguire Cristo povero. La gente, che ci circonda, non ci chiede di non avere
             beni, ma di metterli al servizio dell’umanità. La gestione deve essere quindi trasparente e vissuta
             nella progettualità, con uno sguardo attento alla sostenibilità, mai anteporre il profitto alla forza e
             all’espansione del Carisma.
             Il ruolo dell’economo, allora non si limita a quello del contabile, ma a verificare in accordo con il
             Superiore e il suo Consiglio, quali sono le scelte idonee che coniugano la dimensione carismatico-
             spirirituale alla dimensione economica e all’efficienza, che ha la sua realizzazione in una ammini-
             strazione che non tollera sprechi ed è attenta al buon utilizzo delle risorse. Queste semplici rifles-
             sioni che abbiamo valuto condividere con tutte le econome locali e con tutte le consorelle, voglio-
             no  essere  uno  stimolo  per  ognuna  a  vivere  con  rinnovato  slancio  profetico  il  nostro  lavoro  e
             l’amministrazione dei nostri beni.

                                                      “Il denaro deve servire e non governare!

                                                       Vi esorto alla solidarietà disinteressata
                                                    e ad un ritorno dell’economia e della finanza
                                                      ad un’etica in favore dell’essere umano”.
                                                                      EG n.58 Papa Francesco





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