Page 27 - Walter Capezzali - Madre Maria Francesca e le Suore della Dottrina Cristiana (1999)
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L'Aquila,  1876

                      Nel  1876  La  Diocesi  dell'Aquila,  per  le  particolari
                  benemerenze  del  suo  Pastore  mons.  Filippi,  viene  elevata  ad
                 Arcidiocesi.  Il  Vescovo,  originario di Avigliano,  in provincia di
                  Potenza,  dove  era  nato nel  1810,  viene così  premiato partico-
                 larmente per il ruolo fondamentale avuto in occasione del Con-
                 cilio  Ecumenico Vaticano  I,  celebratosi a  partire  dal  dicembre
                 del  1869  e  sospeso  il  20  ottobre  dell'anno  seguente  a  causa
                 della  occupazione  di  Roma  avvenuta  un  mese  prima.  Ma  sa-
                  rebbe errato pensare che questo evento, per quanto memora-
                 bile,  provochi  un  immediato  miglioramento  della  situazione
                 della Chiesa aquilana.  In realtà,  è ancora sotto gli occhi di tutti
                 il  proseguire di un attacco violento al  clero, che viene rapida-
                 mente  dimezzato  nel  numero e  ridimensionato  nell'azione  da
                 una serie di provvedimenti tesi a limitare al massimo la  pratica
                 religiosa.  Né mancano nuove requisizioni di chiese e monaste-
                 ri,  alcuni  trasformati  in  edifici  di  uso  civile  e  quindi
                 demanializzati, altri del tutto distrutti e  sostituiti da altre realiz-
                 zazioni dalle finalità  laiche, per quanto encomiabili. E'  così che
                 viene  abbattuta  la  storica  Chiesa  di  San  Francesco,  in  Piazza
                 Palazzo,  per edificarvi  un  palazzo  dedicato  alla  cultura  desti-
                 nato ad ospitare,  tra  l'altro,  la  Biblioteca civica.  Nel  segno del
                 progresso e  della libertà,  si perpetuano azioni tese  a  cancella-
                 re  ogni  traccia  di  attività  religiosa.
                     Tale stato di fatto si ripercuote particolarmente tra gli strati
                 più  poveri  della  popolazione cittadina  e  soprattutto tra  i  gio-
                 vani,  che crescono all'insegna dell'insulto e  del  dispregio  per
                 chiunque  vesta  un abito  religioso,  soprattutto  per i sacerdoti.
                     È questa la situazione che si  delinea sotto gli occhi di Maria
                 Nicola  Santa al  suo ritorno  all'Aquila,  insieme  con la  madre e
                 la  sorella  Florinda.  Proprio lungo via  Fortebraccio,  dove sem-
                 bra che le tre donne trovino la  loro prima abitazione aquilana
                 in alcuni modesti locali di un Palazzo,  probabilmente della fa-
                 miglia Zugaro, è più facile  contattare questa umanità semplice
                 e  travagliata,  la  cui  ignoranza  appare  alimentata  anche  dalla
                 povertà.
                     Monsignor  Filippi  riceve  proprio  in  questi  anni  le  prime
                 confidenze  di  Maria  Nicola.  Il  proposito  della  ancor  giovane
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