Page 147 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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IL MIRACOLO C'È STATO: DIO CI HA ASCOLTATO L'Aquila, 26 febbraio 2005
S ono un medico che abita in Via Strinella da molti anni.
Ho avuto la fortuna di conoscere e di stimare Don Guido
Marinacci e le Suore della Dottrina Cristiana; Suore che fin
dal mio ritorno da Roma nel 1972 hanno partecipato a
tutti gli avvenimenti tristi e gioiosi della mia famiglia
e sempre con tanto affetto e amore.
Certo, la conoscenza si è arricchita al momento
dell'iscrizione della mia figlia Maria Vittoria alla
Scuola Materna e alla Scuola Elementare
dell'Istituto.
Da allora le Suore sono diventate persone
facenti parte integrante della mia famiglia. Da
allora ho avuto modo, come tutti i parrocchiani di
S. Rita, di conoscerle veramente e di apprezzarne
le profonde doti di animo e di mente.
Chi può dimenticare la risonanza festosa delle
assemblee domenicali, i numerosi bambini e giovani
che allietavano la nostra Parrocchia, alla quale queste
ostre care Suore hanno saputo dare da sempre una
impronta di grande attività, di serietà e di serenità?
Chi può dimenticare Suor Lamberta, la Suora-Sergente, come
si diceva allora, che con il suo parlare telegrafico e forte, era un punto
i riferimento vero tanto per i grandi quanto per i piccoli?
Quanti bambini e giovani queste care suore hanno aiutato con amore di mamma a diventare grandi e
ad affrontare il gioco della vita.
Ricordo con immenso piacere le Rev.me Superiore Generali: Madre Pierina e Madre Nazarena e le
vivaci Suore: Alessandra, Daniela, Irene, Emerenziana, Giuseppina, Maristella, Celeste, Fortunata ed altre
c e al momento mi sfugge il loro nome.
Ma personalmente, in qualità di medico, ho avuto anche la fortuna ed il piacere di conoscere la Rev.
adre Generale, Suor Pierina Santarelli, negli anni in cui ebbe qualche problema di salute e ci fece preoc-
c pare per la sua vita.
Non ho mai dimenticato alcuni nostri incontri aquilani e soprattutto l'incontro romano, presso il
' liclinico Gemelli, dove Suor Pierina fu ricoverata. La Madre parlava poco della sua salute. Soffriva in
."ilenzio. Si voleva conoscere la realtà del suo male, ma la sua vera preoccupazione era la sua Missione in
B li via. Ne· parlava continuamente: era l'unico argomento delle nostre visite.
Non posso dimenticare l'espressione intensa e struggente del suo volto e dei suoi occhi quando, anco-
r a malata, ci parlava della sua Missione e delle sue suore missionarie. La preoccupavano il rischio dell'i-
~ oto e l'insicurezza del domani. Sì, non voleva morire, ma soltanto perchè aveva numerosi progetti da
realizzare. Parlava continuamente di una scuola per catechisti laici e di un orfanotrofio per bambini orfa-
i, Non aveva né tempo né voglia di parlare del suo stato di salute.
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