Page 142 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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UN LEGAME CHE NON SI SCIOGLIE L'Aquila, 26 febbraio 2006
C on un po' di reticenza, mi trovo a parlare di Madre Pierina. Delle cose grandi, dei rapporti profon-
di, quelli che rimangono incardinati nel cuore, parla di più e meglio l'intimo silenzio. Ma come si fa a non
rispondere ad una affettuosa richiesta delle amiche Suore?
E allora consegno a questo semplice foglio alcuni ricordi, pochi rispetto ai tanti che si affacciano alla
mente, alle suggestioni legate ad una madre, che ha rappresentato per me e la mia famiglia l'esempio di
un amore che tutto dà e niente chiede, come una vera mamma.
Mi tornano alla mente ricordi legati alla grande amicizia tra Madre Pierina e mio padre, ai tempi lon-
tani della mia adolescenza, quando ero partecipe, in famiglia, dei racconti paterni sulla grande e tenace
opera di questa Suora piccola nel fisico ed enorme nell'agire e nell'educare, al pari della mia mamma.
E poi quando, giovane madre, timorosa e ansiosa per il distacco dalla mia bambina, fui accolta come
a casa mia nell'Istituto di "Porta Leoni". Ricordo che mia figlia, con il suo abitino da bambolina, giocava
nel giardino risplendente di rose mentre Madre Pierina, con il suo sguardo dolce e determinato, con
poche parole, mi rassicurava fugando tutte le mie paure.
Da allora è iniziato un lungo, bellissimo periodo di rapporto continuo e di percorso comune con la
mia famiglia. Mia figlia Maria Francesca prima, mio figlio Tullio dopo, hanno trascorso gran parte della
loro infanzia considerando l'asilo e la scuola come parti integranti della loro casa e noi genitori con loro.
Il legame affettivo con la "grande famiglia della Dottrina Cristiana" non si è sciolto con il termine del-
l'età scolastica dei figli, anzi, l'ultimo intenso ricordo di Madre Pierina è di pochi mesi fa, quando, ormai
ancora più piccola e fragile nel fisico, ci accolse ancora con la sua carica d'amore dimostrata da semplici
gesti, dal chiamarmi affettuosamente "donna Paola", dal rammarico per non aver potuto fare quella visi-
ta, tanto promessa e tanto desiderata, alla mia mamma, dal non celato rimprovero alle Suore che si attar-
davano, a suo avviso, ad offrirci il gradito caffé. E la grande fatica e determinatezza, contraddicendo il
volere di tutte le consorelle, nel voler scendere le scale per sorseggiarlo in nostra compagnia.
In quel caffé racchiudo tutta la forza del suo Amore, il significato della vera accoglienza, della condi-
visione di piccoli e grandi momenti che hanno scandito il tempo della nostra vita.
PAOLA D'ASCANIO DE RUBEIS e famiglia
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