Page 145 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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Il
L'INCONTRO Sulmona (L'Aquila), 25 febbraio 2006
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N on mi è facile descrivere con poche parole il profondo rispetto e la grande ammirazione che ho per
Madre Pierina.
Mi suona quasi difficile chiamarla così, per me è sempre stata "la Madre Pierina", usando l'articolo
forse per rafforzare il rispetto che ho nei suoi confronti, nella convinzione che un simile carisma non può
essere semplicemente chiamato per nome. Una piccola suora, dall'aspetto esile e minuto, eppure in grado
di comunicare qualcosa di più, qualcosa che va oltre.
Nei pochi contatti e colloqui che ho
avuto con lei - e devo dire che all'inizio
sono stati, soprattutto da parte mia, pro-
fondamente ostili - ho comunque sempre
percepito che in lei ci fosse qualcosa in
più, qualcosa che non avevo mai trovato
negli altri religiosi fino a quel momento
incontrati nella mia vita. Non so bene
spiegare cosa. Sono quelle sensazioni che
si provano e a cui poi è difficile dare corpo
con poche, semplici parole. C'era in lei un
magnetismo particolare, ecco. O per
meglio dire una grande forza interiore ed
uno spirito sicuro e tenace.
Faccio un passo indietro e con la mente
torno al giorno del mio primo incontro
con Madre Pierina. Tutto, ha avuto inizio
nel novembre 1984, quando mia sorella,
Suor Maria Daniela, ha deciso di diventa-
re religiosa. Benché la nostra famiglia si
fondi su solidi principi cristiani, la sua
decisione non venne pienamente accetta-
ta. Iniziò così una serie di "pellegrinaggi"
verso la Casa Madre delle Suore Dottrina
Cristiana. Uno solo era l'obiettivo che ci
muoveva: convincere mia sorella a tornare
a casa per condurre una vita a nostro dire
"normale". Anch'io spesso sono stato pel-
legrino di questi insani viaggi. Un filo
conduttore lega però tutte queste visite.
Ogni volta che ho bussato a quella porta,
ho trovato Madre Pierina. Ho incontrato
la sua profonda accoglienza. Ho inco_ntra-
to i suoi modi, il suo fare così particolare,
che mi rimangono profondamente difficili
da descrivere. In alto e nella pagina seguente, bambini della scuola IDC di Roma.
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