Page 122 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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Il ricordo si fa strug-
gente ...
Ancora oggi la Bolivia
rievoca le tante giornate
trascorse in cameretta, per
cercare qualcosa di c~i pri-
varsi per venderla al com-
pagno di scuola e racco-
gliere qualche soldino da
mandare a quei "bimbi
lontani, meno fortunati di
te, che non hanno nemme-
no i quaderni..." (come si
fa ad andare a scuola se
non si ha il quaderno su
cui compilare pagine di
a" e di "b" in bella gra-
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fia?).
Ancora oggi scorgere per caso, nella frenesia della vita di adulta, l'azione di un giardiniere che pian-
ta un albero rimanda a quelle belle giornate di sole quando la scuola si riempiva di figli e di genitori gioio-
samente accorsi per sancire la nascita di una nuova vita vegetale, in quegli angoli di parco scoscesi, nor-
malmente inaccessibili ...
Il retro della scuola col palco addobbato di festoni di cartapesta, pronto ad accogliere le recite di pic-
coli uomini e piccole donne emozionati e felici.
L'aula di prima con le pareti adornate di quei quadretti illustrati per imparare l'alfabeto ("a" come aqui-
lone, "q" come quadro). I primi "pensierini" sui fogli bianchi senza righe, da grandi (gli stessi sui cui papà
la sera scriveva i suoi di "pensierini" ... ). Le mollette da bucato di legno, l'odore di Vinavil, i "lavoretti" accu-
ratamente confezionati e le poesie imparate a memoria e orgogliosamente recitate in piedi sulla sedia della
tavola del cenone di Natale, coi nonni commossi e la mamma che suggeriva, nemmeno tanto di nascosto ...
E poi che festa il sabato, l'unico giorno in cui l'idea di uscire presto (e non alle quattro come ogni altro
giorno) era accolta con gioia, con la prospettiva di andare dai nonni: l'ombra affettuosa e rassicurante del
grembiule nero del mio fratellone che vegliava sulla mia corsa tra la ghiaia verso il cancello, quel cancel-
lo oltre il quale mamma e papà erano pronti ad abbracciarci, recuperare il cestino giallo e blu, aiutarci a
sfilare i grembiuli e correre verso Tagliacozzo (la chiesetta di Santa Lucia che ci avvertiva che eravamo
quasi arrivati...).
I ricordi si moltiplicano e si animano: l'aula che vibrava per un sisma improvviso (tutti fuori, ma ordina-
ti e tranquilli), i saluti agli amici "sfortunati" che uscivano all'una e non mangiavano a scuola, le sedioline e
i tavolini in miniatura della mensa (color confetto anch'essi), le polpette dal sapore così speciale che non ne
mangerai mai più di altrettanto buone ... (forse nemmeno Proust immaginava quanto avesse ragione).
In conclusione, è anche grazie alla Dottrina Cristiana, con le sue voci, i suoi profumi, i suoi sapori e i
suoi colori, che difficilmente questa giovane adulta, sempre alle prese con una vita itinerante, rischierà di
perdersi.
Grazie a te Madre Pierina, regista e animatrice di una vita "bella e ottimista" che ti segna per sempre.
PAOLA ARTIZZU
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