Page 43 - 20 anni in Congo (2015)
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pensierino italiano. Alle 8.30 tutte alla S. Messa parrocchiale: oggi c'è l'apertura del-
1 'anno pastorale ed il mandato ai catechisti che in chiesa hanno uno spazio riservato.
È commovente per me vedere sfilare anche le nostre suore con tutti i catechisti della
Parrocchia (più di 30) e vederle salire sull'altare per ricevere il mandato catechistico.
Che dire della Messa domenicale? È qualcosa di entusiasmante, sembra di stare in
una grande cattedrale. Sempre più di mille persone presenti, che cantano e pregano
con fervore in una celebrazione che dura almeno due ore.
La Domenica c'è solo una S. Messa parrocchiale, ma è davvero la grande festa della
comunità cristiana. Tutte le difficoltà della settimana sono ripagate da questa solenne
celebrazione domenicale. Grazie, Signore, di poter godere di questa gioia. Oggi la no-
stra comunità è stata presentata alla Parrocchia, al momento dell'Offertorio sono stati
portati all'altare doni che poi sono stati offerti alle suore: pentole, galline, maniache
e del danaro. Subito dopo la S. Messa torniamo a casa a preparare il pranzo: è il mo-
mento di dire il nostro grazie ai Padri per tutto quello che hanno fatto per noi. È un
vero momento di fraternità oltre che un buon pranzo per la felicità di tutti, a tavola
c'è anche la pizzetta napoletana e non manca lo yogurt preparato dai postulanti. Be-
nedice P. Domenico ringraziando il Signore per il dono di "queste sorelle", rispondo
chiedendo la grazia di saperci accogliere come dono reciproco.
Dopo pranzo riassettiamo la casa ed andiamo a riposare. Alle 15.30 recitiamo l'Ora
Media e facciamo la meditazione. Vengono a pregare con noi anche alcune ragazze
che poi si fermano per aiutare la suore nell'apprendimento della lingua.
Verso le 17 .00 ci incamminiamo verso la Parrocchia facendo una strada secondaria,
stiamo con i bambini finché non vanno a vedere il film di Gesù di Nazareth con Frà
Ferdinando. Recitiamo il S. Rosario e poi i Vespri con i giovani. I Padri non ci lasciano
tornare e vogliono che ceniamo con loro. In dieci minuti improvvisano una cena
fredda, ceniamo e torniamo a casa, dove ci fermiamo a curare la piaga di Boris, un ra-
gazzo che Gildas ha preso a vivere con sé. Gli diamo qualcosa da mangiare, poi lui
va a dormire e noi recitiamo Compieta.
Makoua 13 novembre 1995 - Dopo la sveglia, all'ora consueta recitiamo le Lodi, e con la
macchina delle Suore della Croce andiamo alla S. Messa Parrocchiale. Diversi ragazzi
vengono con la zappa perché oggi chi vuole collabora a pulire il seminario.
Dopo la S. Messa salutiamo i Padri e partiamo con Frà Ferdinando verso casa, poiché
lui ed i falegnami devono mettere le porte dove è stato installato il gruppo elettrogeno.
Alle 9 le suore della comunità vanno a visitare i malati in quello che chiamano "ospe-
dale", che è proprio di fronte a noi. Alle 10.15 tornano nello stato in cui immaginavo,
infatti da diversi giorni dicevo loro di andare il più tardi possibile, ricordando lo shock
che avevo subito. Quella che soffre di più è Sr. M. Ester, nella quale è visibile uno
stato di shock e smarrimento. Entra in casa dicendo: "Signore mio, pensaci tu, se io
mi ammalo lasciatemi morire in casa". La seguo con lo sguardo, nell'orto. Piange,
non avrebbe mai pensato tanto, poi raccoglie le sue forze e rientra in casa. Poi c'è Sr.
M. Betty, che si fa forte e dice: "In Bolivia non ho mai visto una cosa così: è impres-
sionante". Sr. M. Emerenziana, che sembra non trovi alcuna difficoltà, questa volta
ammette: "L'altra volta non mi ha fatto tanta impressione".
Si supera il momento badando agli operai, io continuo a scrivere in attesa che venga
l'assistente medico a trovarci, presto arriva e prende un caffè italiano. Lui va via e