Page 44 - 20 anni in Congo (2015)
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noi restiamo in casa. Sr. M. Ester e Sr. M. Betty dovrebbero andare dai bambini della
              mensa alla Parrocchia, ma non si sentono, non è il giorno giusto dopo la visita in ospe-
              dale e poi c'è un po' di pioggia che non dà sicurezza: si prepara il pranzo in silenzio,
              alle 17,15 pranziamo e riprendiamo il discorso dell'ospedale: cosa si può fare?
              Almeno trovare dei volontari per ripulire le pareti, procurando la vernice. È una cosa
              a cui pensare. Per il resto c'è solo da pregare per non ammalarsi. E tutti i malati che
              sono lì? L'impotenza è forte, il disagio grande. Chiediamo a Regina, che sta pranzando
              con noi, se in ospedale danno da mangiare agli ammalati, ci risponde di no, una volta
              lo facevano, ora non più, per cui ogni famiglia deve provvedere al  vitto del  proprio
              malato. Anche alle medicine devono pensare le famiglie, ed anche alle siringhe, se ne-
              cessarie. Qui muore molta gente, specialmente a causa della malaria e dell'AIDS. Nel
              distretto di Makoua 600 all'anno.
              Terminato il pranzo non andiamo a riposare perché è una giornata coperta e quindi
              non calda, preferiamo restare a scrivere e firmiamo i biglietti scritti alle comunità que-
              sta mattina. Poi facciamo una riunione comunitaria per assegnare le dimensioni ope-
              rative secondo le preferenze delle tre suore.
              Facciamo anche un orario comunitario approssimativo. Poi arrivano alcune ragazze
              ed andiamo a pregare. Subito dopo inizia un bel traffico di  gente, prima Gildas con
              gli scanni per la cappella, poi P.  Domenico, poi Sr. Françoise ed i bambini che do-
              vranno iscriversi al catechismo. Aule spoglie, ma tanti bambini.
              Alle 15 arriva per la prima volta la luce nelle cosiddette aule grazie al nostro motorino,
              ma il gasolio è alla fine e questa sera finirà. Per i bambini è una novità, perché fino
              all'anno scorso si faceva catechismo con il lume a petrolio. Del resto prima delle 17.30
              non si può fare perché si esce dalla scuola alle 17 .00.
              Alle 18.30 stiamo in casa per pregare, cenare e riposare. Durante la cena continua la
              nostra riflessione sulla misera situazione di questa terra. Ma dov'è la dignità umana!
              Si parla di  tradizioni che mortificano, ad esempio, la donna vedova, della forza dei
              sorciers (stregoni) nella mentalità popolare, ecc.
              La giornata si chiude con un grande senso d'impotenza. Speriamo che la notte ricarichi
              la nostra speranza.
              Makoua 14novembre 1995 - La sveglia sempre alle 5.20, 5.30 perché alle 5.45 si recitano
              le Lodi e questa mattina c'è anche la meditazione perché la S. Messa ci sarà di pome-
              riggio. Poi due di noi vanno subito al mercato per comperare la stoffa per fare dei sac-
              chi a pelo, o lenzuola cucite, da portare domani per pernottare nei villaggi. Poi Sr. M.
              Ester e Sr. M. Betty vanno in parrocchia per stare con i bambini, circa 130, che ven-
              gono assistiti perché sono casi disagiati. Sr. M. Emerenziana, Clarisse ed io restiamo
              in casa a cucire, lavare ecc. per preparare tutto per domani. Vengono i ragazzi con i
              bidoni perché oggi, per fortuna, c'è rifornimento di gasolio (200 litri).
              Arriva anche P. Domenico, tutto contento perché ha ritrovato le 13 galline di Sr. René
              con tutti i sacchi qi mangime su cui era scritto "Suore della Croce", chi non sa leggere
              non si accorge neppure dello sbaglio. P. Domenico ha avvisato la polizia che ha messo
              tutto a posto, si vede infatti un certo movimento di poliziotti. Clarissa mi dice che il
              ladro viene portato in prigione dove c'è molta severità. Ogni giorno lo picchiano e
              non gli danno da mangiare. Chiediamo se la famiglia può portargli qualcosa da man-
              giare e risponde di no, perché in tal caso il ladro non cambia. Tornano Sr. M. Ester e
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