Page 16 - 20 anni in Congo (2015)
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Un ricordo indelebile che custodisco nel cuore è il sorriso e lo sguardo puro, a volte
             triste, a volte sofferente dei bambini.
                Mi sono sempre chiesta la provenienza di un tale sorriso  e dopo essere penetrata
             nelle loro povere capanne, condiviso la loro vita giornaliera, mangiato il loro frugale
             pasto, visitato altri villaggi attraverso spedizioni apostoliche, ho capito che la felicità
             consiste non in quello che si ha ma in ciò che si è. Vivere quotidianamente, mangiare
             il pane di ogni giorno senza accumulare, vivere con la certezza che Dio viene sempre
             in aiuto di chi l'invoca con cuore puro e pieno di abbandono filiale.
                 A Makoua ho notato questo di meraviglioso che i bambini non sono mai soli, so-
             prattutto gli orfani, i senza famiglia per qualsiasi motivo. C'è sempre una mano pronta
             per una carezza, una capanna che li accoglie, un pugno di riso e di verdura per placare
             i morsi della fame. Come non sorridere dinanzi a tanta bontà! mi ritornano nel cuore
             e nella mente le parole di Gesù:
                    beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli.
                Quanta verità in queste parole!
                    Determinazione nell'affrontare la vita tenendo i piedi fissi sulla terra
                    e il cuore verso l'Alto, sorriso che sgorga da cuori poveri ma dignitosi,
             questa è  la ricchezza grande  donatami  dal  popolo congolese di  Makoua.  Grazie
             AFRICA. IL DIO DEI CIELI TI BENEDICA e ti protegga da ogni violenza e sopruso.


             SR.BETTY

                A causa della solitudine, povertà e malattie della terza età, spesso gli anziani do-
             rnandano aiuto per poter sopravvivere e si accontentano del poco che possiamo offrire.
             Nei primi anni era difficile trovare persone disponibili a visitare anziani di altre fami-
             glie, soprattutto i soli; nelle loro abitudini ciò è considerato pericoloso e spesso li ac-
             cusano di  essere  stregoni.  Con il  passare  del  tempo e  grazie ad una formazione
             cristiana costante, ora ci sono persone capaci di condividere quello che hanno: un po'
             di manioca, un pesce affumicato, un po' di verdura con le persone più sole anche se
             non della propria famiglia. Questi gesti di carità aiutano loro stessi a superare le loro
             credenze e vivere la fede più in profondità.

             ROSETTA GIUFFRIDA
                I vecchi e gli ammalati vivono in capanne/case con un fuoco acceso fra le pietre
             che sostengono qualche pentola, case in cui manca acqua, luce e servizi igienici, le
             difficoltà di vivere visibili in ogni angolo.

             LAURA TIBONI

                L'Africa è la danza ma anche il lamento, il canto, le malattie, una stretta di mano
             ed un ospedale inin'lmaginabile nella sua primitività, i frutti succosi e dolci, al mattino
             gocce di un'umidità asfissiante, la diversa curva del cielo all'orizzonte ed i camion
             pressati e colmi di pacchi con gli uomini avvinghiati ad essi alla meglio, il colore della
             sabbia e l'odore della guerra, la lingua musicale e le piccole capanne/case, la foresta
             incontaminata ed il caldo.
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