Page 33 - Walter Capezzali - Madre Maria Francesca e le Suore della Dottrina Cristiana (1999)
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momento di conferma e  di  verifica  di  un  progetto  al  quale  il
                  Pastore  diocesano,  come  è  stato  già  rilevato,  sulle  orme  del
                  Filippi aveva dedicato una qualificante parte del suo program-
                  ma  pastorale;  e  per  il  quale,  nella  Città  dell'Aquila,  la  comu-
                  nità delle dodici compagne di vita e di preghiera si offriva come
                  strumento  adeguato  ed entusiasta.             .
                     A  livello  diocesano,  il  Vicentini  promuove  nel  1889  un
                  Sinodo  di  notevole  importanza,  nel  quale  troviamo  coinvolti
                  con compiti di particolare rilevanza i due sacerdoti che fin dal
                  primo momento avevano affiancato Maria Nicola Santa nel suo
                  disegno  aquilano.  Monsignor  Giovan  Battista  Vastarini  Cresi
                  assume l'incarico di esaminatore sinodale, segretario e testimo-
                  ne;  Monsignor Angelo  M.  Aloisio  quello  di  esaminatore,  pro-
                  curatore  e  testimone.
                       Non  mancano  ulteriori  momenti  di  difficoltà  e  di  incer-
                  tezza.  Nello  stesso  àmbito  della  Curia  aquilana,  ed evidente-
                  mente  a  livello  abbastanza  autorevole,  qualcuno  non  appare
                  ancora convinto dell'opportunità di costituire un nuovo Istitu-
                  to religioso.  Sembra trattarsi del prevosto di Santa Giusta, Chiesa
                 capo quarto della Città,  Don Enrico Gualtieri, titubante sull'op-
                  portunità dell'importante ed impegnativa decisione. Una oppo-
                  sizione  che  l'Arcivescovo  non  ritiene  di  dover  al  momento
                  contrastare.  Non gli  resta che comunicare a  Maria  Nicola  San-
                  ta,  che sollecitava ormai da qualche tempo la  ufficializzazione
                 del  suo  Istituto,  che  è  opportuno  pazientare  ancora.  Il  che
                  avviene,  nella  preghiera  ma  anche  nella  confermata  anzi
                 centuplicata operatività a  sostegno dei poveri,  della non facile
                  vita  delle  parrocchie,  soprattutto a  conforto spirituale e  cultu-
                  rale  dei  più  giovani.
                     In quegli stessi anni,  la  cresciuta Comunità aveva  lasciato
                  la  residenza  di  via  San  Domenico,  nel  Palazzo  dei  Vastarini
                  Cresi,  per trasferirsi  nella vicina via  dell'Addolorata,  nell'abita-
                  zione proprietà di Sofia Bernasconi : sarà quella la Casa di Fon-
                 dazione  del  nascente  Istituto.
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