Page 21 - Walter Capezzali - Madre Maria Francesca e le Suore della Dottrina Cristiana (1999)
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Del  pesante  clima  riferibile  a  queste  tensioni  non rimane
                  indenne  la  giovane  Maria  Nicola  Santa,  che  oltre  tutto  deve
                  chiudere dopo  pochi mesi  la  sua  esperienza  con le  Celestine
                  del  Monastero di Santa Caterina.  Motivi  di salute cagionevole,
                  messa  a  dura  prova  dall'austera  conduzione  della  vita  mona-
                  stica,  costringono  la  giovane  donna  ad  una  difficile  rinuncia.
                  In  un sogno  premonitore,  le  appare,  durante  la  malattia,  una
                  suora  morta  da  qualche  tempo,  Suor Teresa,  che  sembra  vo-
                  lerla  indurre  ad  interrompere  quella  tormentata  prova,
                  preannunciandole  nuovi,  imperscrutabili  disegni  divini.
                      In  effetti  il  suo  forzato  abbandono  appare  presagio  di
                  quanto, subito dopo, si abbatterà sul Monastero delle Celestine.
                  È infatti  il  gennaio del  1863  quando l'autorità  civile  costringe
                  le  suore  a  lasciare  Santa  Caterina,  facendole  rifugiare  presso
                  altri monasteri, per requisire quello, centralissimo - a pochi passi
                  dalla  Cattedrale  - in cui era stata ospitata  anche Maria  Nicola.
                  La giovane donna è già tornata nel paese natale di Castiglione,
                  e  le  viene risparmiato lo strazio di quella ennesima prepoten-
                  za,  frutto di uno spirito visceralmente dissacratore.  Il  Monaste-
                  ro viene  "requisito"e trasformato in caserma.  Ciò era già acca-
                  duto,  ed  accadrà  ancora  negli  anni  seguenti,  per  molti  altri
                  templi ed edifici  dedicati  nei secoli alla  pratica  religiosa  dalla
                  fede degli abitanti di quella che, a buon diritto,  si era meritata
                  l'appellativo  di  "Città  Santa".
                      Ma,  come  vedremo,  i  disegni  della  Provvidenza  divina  si
                  fortificano  e  fruttificano - in una esemplare continuità con l'in-
                  tera storia della Chiesa - proprio nei momenti delle  prove più
                  difficili.  Ed  è  emblematico  che,  all'Aquila  in  particolare,  pro-
                  prio la Provvidenza divina affidi soprattutto alla fibra  apparen-
                  temente fragile di giovani donne coÌne Maria Nicola De Sanctis
                  (ma come anche Barbara Micarelli,  e  come Maria  Ferrari,  pro-
                  tagoniste  di  altre  esemplari  storie  di  fede  di  questi  tempi
                  difficili) le sorti di una Chiesa locale che sembra traballare sotto
                  i  colpi  di  un  laicismo  dalle  forti  connotazioni  antireligiose.
                  Perché  è  all'Aquila,  come vedremo,  che  Maria  Nicola  tornerà,
                  dopo  una  ulteriore  maturazione  dei  propri  sentimenti  e  dei
                  propri convincimenti all'ombra amica  e  conosciuta delle  chie-
                  se  del  suo  paese  d'origine.
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