Page 12 - Inno: Il Gran Sasso d'Italia
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Alla disperazione di Napoleone prima che una “ man valida” venga dal cielo per  “trasportare”
            la sua anima “ in più spirabil aere,” fa riscontro l’incanto della terra Esperia, il cui “cielo
            armonico” fascia il Gran Sasso di purissimi raggi di luce.
            Ma  è  rovesciamento,  quello  della  disperazione-  gioia,  che  unisce  piuttosto  che  dividere,
            quella  del  Manzoni  essendo  una  disperazione  provvida,  una  sventura  provvidenziale,
            ancorchè essenziale, per la conquista della gioia.

            Insegnamento questo, che al Vicentini proveniva anche per via dantesca, qui vocato il cantor
            rectitudinis,
                                                Come Alighier sul Catria
                                               (XXV,3; da Par. XXI,109)
            E non poteva essere altrimenti, pe concomitanza di amatissimi monti.

            E’  significativo  immaginare  come  l’Alighieri  sia,  in  obbedienza  al  principio  del  modello
            rovesciato, sul Gran Sasso, piuttosto che sul Catria, a mirare il bel paese di L’Aquila, piuttosto
            che quello di Firenze, ma con lo sguardo e l’anima rivolti allo stordente concerto di cime così
            generosamente offerto e amabilmente diretto dal Vicentini.

            E in ultimo è bello immaginare come noi tutti, si stia in ginocchio: non capita spesso, per
            una preghiera che si proponga di gridare all’uomo che riacquisti la sua dimensione di uomo,
            avere a disposizione un “altare” come il Gran Sasso d’Italia.





                                          Cenni Biografici di Francesco Di Gregorio (1943-1996)
                                         Professore  universitario,  apprezzato  storico  e  scrittore.  Uomo
                                         molto stimato per la sua bontà e generosità. Nato a Collimento
                                         di Lucoli, il 2 giugno 1943, si trasferisce sin da bambino a Colle,
                                         si  laurea  brillantemente  nell’ateneo  aquilano  in  pedagogia  e
                                         filosofia e inizia la carriera accademica presso l’università che lo
                                         ha visto studente. Nel 1981 diventa professore associato nella
                                         cattedra di Letterature Comparate. Cura gli scritti inediti di autori
                                         abruzzesi del 700, 800 e 900. Per cinque anni dirige e coordina
                                         le “Letture siloniane” presso il Centro Studi “Ignazio Silone” di
                                         Pescina (AQ). Muore prematuramente il 10 febbraio 1996 a soli
                                         53 anni.

























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