Page 179 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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Naturalmente, queste cose io le raccontavo alle Suore,  che mai mi lasciarono solo, nel senso che mi
         sostennero in ogni momento. Raccontavo pure le idee che mi ero fatte della delicata ed ardua esperienza
         religiosa di Madre Francesca e chiedevo un consiglio. Madre Pierina era lì ad ascoltarmi e, senza parlare,
         tranne che una volta, mi trasmetteva il senso di necessità di un sincero desiderio di tutte le consorelle,
         affinchè questo mio lavoro vedesse luce. Quando mi parlò lo fece con un impeto di carità, che mi scaldò
         beneficamente il cuore. Da persona dotata di un inconfondibile carisma ebbe a dirmi di non avere paura
         delle difficoltà; di andare avanti e di non temere le perplessità. Queste, a dire il  vero, non erano poche,
         perché  non  riuscivo  a  dipanare  la  trama  di  una  vita  dura  e  coraggiosa  come  quella  della  Madre
         Fondatrice. La mia autonomia intellettuale ne risentiva e non ero contento. Ma sentivo quell'incoraggia-
         mento sincero come un invito a collaborare, a sostenere l'Istituto; non già a piegarmi alle sue indiscutibi-
         li ragioni, ma a farmene parte critica e solidale. Così capii quanto ella amasse la Madre Fondatrice e le sue
         Figlie e siccome l'amore non è cosa di poco momento, senza perdere lucidità, io lo accoglievo così, sem-
         plicemente, arricchendomene sempre più. Lo stesso accadde in altre occasioni, quando Madre Pierina,
         soppesando i miei entusiasmi, mi invitava, con immancabile senso della bontà, ad essere prudente. Seppi
         da subito della sua nuova e più incisiva infermità. Ricordai i racconti del!' opera missionaria che svolse in
         Bolivia; ricordai l'immagine dei bambini orfani, che per la prima volta nella loro vita bevvero il latte e
         mangiarono biscotti anche grazie a Madre Pierina; ricordai tutti gli  incontri e non potetti non visitarla,
         sempre, ogni qualvolta mi recavo a L'Aquila. Visite semplici, decorose, affettuose e,  direi, intime: costel-
         late sempre da questi intensi scambi di informazione visiva; da una comunicazione più forte delle paro-
         le.  "Povera me" - mi disse una volta  - "sono veramente di peso all'Istituto!"  E,  invece,  le  Suore della
         Dottrina Cristiana non sarebbero senza di lei. "Vienici a trovare", mi ripeteva! Ogni gioia viene da Dio e
         torna a Dio!  Chi vede, sente, parla, discute con Madre Pierina si sente un poco più vicino al Signore e,
         magari, come m'è capitato, sente d'avere bisogno di ritrovarlo. La carità, si, la carità penso che sia il dono
         più grande che Madre Pierina ha ricevuto e donato agli altri, senza riserve.
             Con gioia d' aver!,a conosciuta e per conservarla sempre tra le cose che mi sono più care, tra i pensie-
         ri più intensi e felici.

                                                                             ANTONIO ALFREDO  VARRASSO































         Panorama di Castiglione a Casauria, paese natale della Madre Fondatrice.



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