Page 15 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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Il 21 agosto 2000 fu fatto il lungo intervento chirurgico accompagnato da tanta preghiera
nella consapevolezza del rischio. Superato l'intervento e le 24 ore per il risveglio in sala di
rianimazione, durante la degenza in chirurgia generale nell'Ospedale Civile S. Salvatore
dell'Aquila palesò un grave malessere generale spia di un interessamento cardiaco rilevante
tanto che fu avanzata la diagnosi di infarto miocardio. Trasferimento immediato all'UTIC con
gravissimo pericolo per la vita. La dissociazione era totale, eppure resteranno indimenticabi-
li, per quante hanno potuto esserle accanto in quei difficilissimi momenti alcune significative
espressioni.
Io ricordo con chiarezza che al suono del telefono in UTIC diceva forte: "Ragazze è suona-
to il campanello, andiamo tutte a pregare", come abitualmente faceva con le giovani juniores.
Particolarissimo un episodio che rivivo con emozione dentro di me. In uno di quei dieci gior-
ni in UTIC disse forte: "Preghiamo per il clero aquilano" e, facendo il segno di croce intonò
"Deus in adiutorium meum intende" poi recitò l'intero S. Rosario e le litanie di Maria SS in
latino, a voce alta, con un fervore ed una determinazione davvero impressionanti.
Ricordo anche altre risposte, tutte precise, fatte ai diversi medici su vari argomenti.
Superata la crisi cardiaca acuta venne trasferita al Reparto di Medicina Generale dove
rimase per due mesi. Sembrava impossibile superare le insidie quotidiane alla ripresa, ma infi-
ne, con la forza di tutte le preghiere accolte dal Buon Dio e la qualità degli interventi di tutti i
medici, per i quali noi tutte nutriamo ammirazione ed esprimiamo un grazie davvero sentito
e sincero, la ripresa ci fu. In quella circostanza abbiamo avuto l'occasione di riflettere molto su
quanto sia importante che la speranza non muoia prima della persona. Oggi dobbiamo dire
che ha vinto Dio, ma ha vinto anche la medicina.
Attualmente siamo al sesto anno dopo quella difficile situazione e Madre Pierina è viva in
mezzo a noi, grazie alle attente cure dei medici e all'amore e alla premura delle consorelle, che
non saranno mai tante da ripagare il suo grande amore per gli altri.
Nel suo letto e nella sua condizione di "piccolina" come detto da lei, attende il sorriso e le
"coccole" di tutte, sempre ripagate con tante benedizioni ed un sorriso di cielo che ti tocca
dentro. Ama la gioia, il senso della festa, la compagnia di persone gioiose e, nonostante l'età e
gli acciacchi, riesce ad intuire la situazione di difficoltà di chi vive un problema.
Particolarmente emozionante è ogni volta il saluto alle missionarie in partenza: un'offerta, un
abbraccio, una lacrima, una preghiera e poi... anche lei partirebbe di nuovo e volentieri per
ogni terra di missione.
Sì, sarà proprio così: se una persona è abituata a sentirsi cittadina del mondo, sorella di ogni
uomo, si sente tale anche da un letto di impotenza, perché, in fondo, il mondo si costruisce con
e ani ma si ama con il cuore, anche con un cuore che funziona a metà. L'importante è che sap-
1ia amare donando, solo donando.
Madre Pierina questo lo ha fatto per una vita e saprà farlo fino al giorno che Dio vorrà,
eminando fede, speranza e carità, ricaricando di gioia e di voglia di vivere chi si accosta a lei,
u stringe la sua mano scarna, artefice di tante opere che cantano la gloria di Dio sulla terra.
qui la, 2 ottobre 2005
Madre M. NAZARENA DI PAOLO
Superiora Generale MDC
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