Page 87 - Una primavera di bene: In cammino con Madre Pierina Santarelli (2006)
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A me personalmente diceva spesso: "Figlia mia tu non parli quasi mai, ma quando parli sei salata".
Quando qualcuno nominava il mio nome lei diceva: "non si tocca".
Madre Pierina non si gloriava mai, non si dava le arie, non si riteneva. Era amante dell'umiltà, della
modestia, della semplicità, della purezza di mente e di cuore. Di Madre Pierina ci sarebbero molte ma
molte cose da dire. Forse più libri non basterebbero a contenere tutte le meraviglie che Dio ha compiuto
in lei e in tutto il tessuto della sua vita. Io mi fermo qui e non vado oltre in rispetto al volere di Madre
Pierina, che non ha mai amato le lusinghe. Quando qualcuno osava elogiarla ella rispondeva con fermez-
za "a gloria di Dio" noi non siamo niente, siamo solo poveri strumenti nelle mani di Dio.
Per concludere, dico a coloro che conoscono Madre Pierina molto meglio di me che spero soltanto di
non aver aggiunto e tolto nulla a ciò che è la realtà, altrimenti avrei soltanto storpiato una bella immagi-
ne che Dio ha plasmato con cura e premura.
Amen. Con affetto sincero.
SUOR MERY EscUDERO MDC
IL DONO DELLA PREGHIERA L'Aquila, 27 novembre 2005
P oter esprimere la presenza viva che è nel mio cuore di Madre Pierina è assai difficile perché, a mio
parere, la sua grandezza sta nell'aver reso "speciale" ogni realtà quotidiana. Credo abbia amato il mio
paese natale, Taggì di Sotto (Padova) di amore vero, sentito, attento alla realtà di quella terra.
È stata un faro di luce sempre, sin dal primo momento che ne ha preso contatto; le persone, quando
sapevano che era in visita a Taggì di Sotto, accorrevano non solo per ossequiarla, ma soprattutto per rice-
vere consigli e specialmente una ricarica spirituale; aveva, ma ha tuttora, nonostante la sua malattia, una
presenza del divino nelle sue parole e nei suoi gesti che dona largamente a quanti l'avvicinano.
Nell'agosto del 1972 mi ha accolta nell'Istituto con grande amore, ma anche con non poche perplessità:
figlia viziata e libertina, facevo pensare che non mi sarei mai assoggettata alle regole di una vita religiosa
regolare; inoltre mio padre per i motivi appena accennati non dava il suo consenso e io ero ancora dicias-
settenne. Lei, anche in quella occasione, ha saputo dimostrare la sua capac~tà di mediazione, facendomi
risultare come collegiale, agli occhi di mio padre, ma permettendomi di vivere all'interno dell'Istituto
Dottrina Cristiana, a tutti gli effetti come postulante (come ragazza avviata alla vita religiosa).
Nei miei confronti ha sempre avuto un'attenzione particolare, come d'altronde l'ha avuta per ciascu-
na delle sue figlie, mi faceva sentire a mio agio in ogni circostanza, come sé fossi la sola sua gioia e la sola
presenza che richiedeva il suo aiuto.
Dalla sua vita ho appreso l'importanza della preghiera e il desiderio profondo di santità.
Ricordo un pomeriggio inoltrato di gennaio, a L'Aquila nevicava moltissimo e alcune suore si erano
messe in viaggio, con il pulmino, in direzione di Montenero di Bisaccia (Campobasso), noi due stavamo in
direzione a parlare quando lei interruppe la conversazione e disse: "Andiamo a pregare, le suore in viaggio
hanno bisogno di noi", ci siamo recate nella vicina cappella del noviziato per un momento di preghiera.
Successivamente ho saputo che le suore in viaggio avevano avuto un momento di difficoltà, ma supe-
rato prontamente, senza troppi inconvenienti. Credeva nella preghiera come credeva nell'apostolato cate-
chetico e in questo campo ci incoraggiava sempre, avendo il coraggio di guardare lontano.
SUOR ANNA PIERA fAGGIAN MDC
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