Page 438 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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dita e con tale cambiale citò la Cristofari, facendola condannare al
pagamento e mise causa alle acquirenti.
Oltre a ciò seppe trovar mezzo di scoraggiare e fare scoraggiare
talmente la donatrice, da troncare ogni corrispondenza con le Suore
e fino a farla pentire e farla cadere da errori in errori contro di esse,
fino a quando ebbe occasione di scoprire l'inganno.
Naturalmente la povera superiora Epifani ne risentì forte disca-
pito morale sia per le spese che opprimevano la Comunità, sia per
l'allontanamento della donatrice, anzi questo più che mai per essere
ciò di non lieve ostacolo al buon esito della causa.
Nel frattempo le suore di Penne prima, come si disse, della Dot-
trina Cristiana, e poi della Sacra Famiglia, che da tempo facevano
qualche pratica per riunirsi con quelle della Dottrina Cristiana da
cui si erano staccate e non vi erano riuscite, vennero in Aquila in
occasione del Congresso Eucaristico 1923, mentre la superiora Di
Matteo era già gravemente malata.
Morta· 1a Di Matteo, ricominciarono le pratiche, ma né l'Arcive-
scovo, né tutte le Suore erano favorevoli come da principio. In segui-
to, dietro loro dichiarazioni di pentimento, riconoscendosi manche-
voli, in presenza dell'Arcivescovo con proposte di volersi risottomet-
tere in tutto e a tutto quanto era prescritto nella regola, l'Arcivescovo
aderì, ordinando di fare il Capitolo, il quale risultò in maggioranza di
voti favorevoli. Egli allora fece il Decreto di riunione, permettendo
pure alla Superiora, da esse supplicata, di recarsi in Penne come
Consigliere, non potendo esse venir tutte in Aquila a riprendere l'abito
e la regola per deficienza finanziaria. Il primo luglio dell'anno 1925 la
superiora con le tre consigliere partirono per Penne e la mattina del
2, Mons. Carlo Pensa, Vescovo di Penne celebrò la S. Messa nella
loro Cappella e per mano della Superiora Epifani diede loro l'abito
primiero e la regola della Dottrina Cristiana. Rivolse poi loro parole
di eccitamento alla riconoscenza verso l'Istituto che qual padre del
figliol prodigo l'avea riabbracciate. E rivolto a quelle che assisteano
alla funzione, spiegò come queste, staccatesi dall'Istituto Dottrina
Cristiana, a cui un tempo appartennero, riconosciuta la mancanza
commessa e pentite, si erano ripresentate supplichevoli per essere riam-
messe alla osservanza della prima regola e l'Istituto in persona della
Superiora previa autorizzazione dell'Arcivescovo de L'Aquila, in quel
giorno tornava benignamente ad accoglierle.
Ma ciò nonostante, più tardi e proprio nel 1926, chiamate dalla
Superiora per i SS.mi Esercizi non risposero e per cause alla Supe-