Page 12 - Antonio Alfredo Varrasso - Madre Maria Francesca: Fondatrice dell'Istituto Suore della Dottrina Cristiana - Storia e Documenti (Vol. II°) (1997)
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zialmente a base locale e l'incremento di quello regolare, legato
alla breve esperienza dei Francescani Riformati di Casauria,
tra il 1858 e il 1865, se non osteggiato dal clero cittadino, rive-
cesi di Penne ed Atri; di Guardia Vomano (Notaresco) e Castel Basso,
che andarono a far parte della Diocesi di Teramo. Del nuovo assetto
giurisdizionale ecèlesiastico risentì subito la parrocchia castiglionese,
perché il successore del parroco Forniti, Don Francesco Schiera
(tl842), pur subentrando nel parrocato solo nel 1819, ottenne la
debita investitura dal vescovo di Penne, Mons. Domenico Ricciardone
(cfr. la precedente nota n. 13). Costui fece la Visita Pastorale a Casti-
glione, per la prima volta, il 3, 4 e 5 luglio 1821, durante la quale
amministrò il Sacramento della Cresima. Cfr. ASPMA, Libro dei Con-
.firmati 1821-1858, passim. Resta a dire che dal 1841 al 1850 l'abba-
zia di Casauria restò vacante di titolare e venne amministrata dalla
Commissione Diocesana di Penne. Ma, facendo un passetto indietro,
come per l'abate Caracciolo, nel 1775, anche per il suo successore,
Mons. Tommaso Mazza, nel 1 782, fu il vescovo di Penne, Mons. Bo-
naventura Calcagnini, ad immetterlo nel possesso dell'abbazia ca-
sauriense. "Essendo stato Io qui sottoscritto Monsignor Don Tommaso
Mazza, scriveva il novello abate al Vescovo di Penne, da Castellam-
mare di Stabia, il 23 luglio 1782, Vescovo di questa Città di Castel-
lammare di Stabia provveduto dalla Real Munificenza del Nostro So-
vrano, Dio guardi, della Reale Badia Nullius sotto il Titolo di S. Cle-
mente a Casauria ( .. ), con tutta la giurisdizione annessa e connessa
alla medesima, vacata per morte delfu Don Francesco Caracciolo, ul-
timo ed immediato abbate e possessore della stessa( .... ), si esorta l'Il-
lustrissimo e Reverendissimo Monsignor Vescovo di At1i e Penne d'im-
mettere ne l'irifrascritto nuovo abbate nel vero, legittimo e canonico
possesso della enunciata Real Abbadia ( .... ). Quindi, non potendo io
essere di persona in detta Provincia d'Apruzzo per le cose suddette,
fidato perciò all'integrità del Reverendissimo D. Vito Moccia, mio Vica-
rio Generale, destinato in quella suddetta Real Abbadia, col presente
mandato di procura li comunico tutte le necessarie facoltà, affinché il
medesimo possa comparire avanti dell'fllustrissimo e Reverendissimo
Monsignor Vescovo di Atri e Penne e nella di lui Curia Vescovile per
formare tutti gli atti che saranno necessari ed opportuni ( .... )". Il 31
luglio 1 782 si ebbe il decreto di Mons. Calcagnini per la presa di