Page 42 - Piero Gasparini - La "mia" Bolivia
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Molto è cambiato. La Chiesa era affollata all’inverosimile, ogni sera,
ogni giorno. Cerano tutti gli abitanti di Hardeman, ed i cani ed i serpenti…
Oggi è diventata una normalità. C’è naturalmente chi preferisce, invece di
andare alle sacre funzioni, guardare la TV o stare al bar.
E pensare che il primo “bar” del villaggio, posto di fronte alla casa
delle Suore, ha avuto da me la sua concreta sponsorizzazione nel nome
della mia prima figlia “Vania”. Oggi i bar si sprecano. E naturalmente per
bar dobbiamo intendere comunque un magazzino ed una serie di panche
dove le casse di birra abbondano e trovano la loro rapida e continua
consumazione.
Le famiglie pian piano, con la consapevolezza della dignità della
donna, cominciano ad avere una loro identificazione. Qualche anno fa la
famiglia, come si usava dire, era composta dai “miei” figli, dai “tuoi”
figli”, dai “nostri” figli”. L’uomo era il padrone assoluto, davvero despota
e di facile spostamento affettivo. Oggi le ragazze si emancipano, si
sganciano dalla necessità assoluta di darsi ad un maschio perché le
mantenga (e poi però le abbandona), aumenta l’età media in cui la ragazza
diventa madre e quasi consapevolmente lo diventa. Questo grazie
soprattutto all’insegnamento costante delle Suore e anche ad iniziative
illuminate della ASSOCIAZIONE AMICI DI PADRE REMO come la
costruzione del “Taller por el desarrollo dela mujer dela foresta”, un
laboratorio di taglio e cucito (all’inizio realizzava grembiulini per i piccoli
dell’asilo – kinder - e delle elementari – basico) che ha dato lavoro ad
alcune ragazze e donne togliendole in parte dalla necessità economica e
quindi dalla sudditanza quasi obbligatoria all’uomo.
Quando vedo nella mia mente Hardeman, vi collego subito gli altri
villaggi di Don Remo: Murillo, Piray, Los Limos… E con le Suore e con
Gianbattista sono andato dappertutto, certo con la jeep non in bicicletta
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