Page 13 - Piero Gasparini - La "mia" Bolivia
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L’aereo vacilla, anche in maniera preoccupante; sotto di noi, nel
viaggio da La Paz, capitale della Bolivia, a Santa Cruz de la Sierra,
centinaia di chilometri di... niente. Un meraviglioso non abitato. Sono le
propaggini della foresta amazzonica. Immensi serpenti d’acqua.
Un’immersione di paura stupenda. Forse sono i libri letti, i films troppe
volte guardati, ma l’aereo atterra. I dubbi non sono mancati. Il controllo
alla dogana, i militari, i cani anti-droga. E la farina bianca dentro una delle
nostre sacche ci fa sbiancare. Sembra davvero droga, ma per noi, ovvio, è
parte della quantità di alimenti che abbiamo portato per i campesinos, nelle
nostre intenzioni.
Ad attenderci, meno male, cinque suore: sono lì per noi. Non si può
sbagliare. C’è uno scalo aereo ogni cinque ore a Santa Cruz de la Sierra.
Abbracci e baci: non le abbiamo mai viste ma le conosciamo da sempre,
sembra. Una sì, però, non c’è dubbio. È Maria, suor Maria di Lodrino. Fra
di noi qualche suo parente con le lettere dei familiari. S’è fatta una notte
intera di viaggio, cinquecento chilometri di piste per incontrarci e salutarci
per qualche ora. Poi le nostre strade si divideranno. Noi ad Hardeman, con
suor Albina, suor Grazia, suor Anna; lei, suor Maria, con una consorella
per altre opere di bene, in mezzo ad altri indios, chissà dove, in
quell’immensità di miseria.
Madre Albina, la Superiora delle tre “MISIONERAS DE LA
DOCTRINA CRISTIANA”, ci parla subito di padre Remo: “Sono ad
Hardeman dal 23 ottobre 1986, padre Remo è morto nel Natale dello stesso
anno. Ora siamo in tre in quel villaggio che lui teneva come centro della
sua azione per addentrarsi poi come pioniere nella foresta dove passava la
maggior parte del suo tempo. Ecco perché quando è morto lo hanno voluto
là”.
Due fuoristrada, che le suore hanno preso in prestito, ci mettono subito
nell’idea di un’avventura da cominciare a vivere. Fa un caldo umido assai
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