Page 52 - Piero Gasparini - La "mia" Bolivia
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aiutarti. Ho passato anche un “ultimo dell’anno”, la notte di San Silvestro
con le ragazze dell’hogar. È stata un’esperienza assolutamente unica ed
indimenticabile. Una serata con cenone a base di pollo ai ferri ed acqua
frizzante ed una meravigliosa tombola. Mi vengono i brividi se penso a
come leggevo (o decantavo ironicamente) i numeri. È certo stata una delle
mie più gratificanti performances di giornalista presentatore e speaker. Il
brindisi, i baci di mezzanotte, i nodi in gola che mi venivano ed il cielo
stellato nel quale si rifletteva la bontà del mondo o quella che si pensava
di scorgere: Bolivia mia, come mi manchi!
Non posso pensare a Santa Cruz de la Sierra senza vedermi … in
carcere. Ci sono stato due volte, ma solo per due giornate: andata e ritorno
e “protetto” da Madre Alessandra, una Misionera incredibilmente
coraggiosa tanto da essere eletta “donna dell’anno” (non mi ricordo bene
di quale anno) in Bolivia proprio per la sua attività di sostegno alla
riabilitazione di carcerati e carcerate.
Il carcere “maschile” è da girone dantesco. Le guardie ti aprono una
grossa porta ferrata che richiudono subito alle tue spalle – loro non entrano
- e… mi sono fatto il segno della croce. Io e Gianbattista stavamo vicini e
paurosi mentre Madre Alessandra appariva e scompariva nelle varie celle
o grotte che fossero. Momenti di totale panico che però mi hanno insegnato
subito che il peggiore dei delinquenti può diventare il migliore degli
uomini. Ogni prigioniero raccontava la sua storia: decine di storie e
vicissitudini ho impresse nella mente. Decine di condannati totalmente
innocenti e decine di veri e propri assassini. Ci vorrebbe un libro per ogni
esperienza…
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