Page 3 - MDC Informa n.81
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Stralci dell’omelia di Don Giulio Signora omelia e prendendo un po’ in giro il suo strano ita-
parroco di San Mario alla Torretta liano.
nel giorno delle esequie Più tardi i frati resero nota, con discrezione e ri-
Don Giulio ha ricordato la storia complicata e pie- spetto la sua storia legata al martirio di Mons. Ro-
na di difficoltà della chiesa di San Mario, per la mero e ciò destò nel cuore di molti, un gran senso
quale Don Artuto si è impegnato moltissimo. di ammirazione.
In mancanza di una chiesa, Egli come parroco, si Trascorso del tempo, in un clima di maggiore liber-
è impegnato a livello pastorale e umano, a cono- tà, tornò allo scoperto, a servizio dell’arcivescovo,
scere ed incontrare i parrocchiani, nelle loro abi- come sacerdote diocesano e lo incontrai nuova-
tazioni, a pregare e a celebrare l’Eucarestia nelle mente alla Casa Madre delle Suore Missionarie Dot-
loro case che le famiglie stesse mettevano a di- trina Cristiana di cui era Cappellano, quando nel
sposizione. In seguito si sono adattati a Turris 1986, iniziai a frequentarle e a vivere con loro le
Eburnea, una chiesetta ai confini della parrocchia, mie prime esperienze.
di tanto in tanto, variando gli orari, in altre chiese Una di loro, pensando che io non lo conoscessi,
che diversi sacerdoti mettevano a disposizione, iniziò a illustrarmi un po’ della sua storia cercando
infine divenne loro fissa dimora un garage preso di giustificare il suo“ itagnolo”.
in affitto. In questa azione apostolica e di annun- Lo trovai “italianizzato:” non più caschetto brizzola-
cio del Vangelo, fin dagli inizi del suo ministero, to, ma normale capigliatura calva sulla calotta dove
parrocchiale a San Mario, Don Arturo ha richiesto chi sapeva, poteva intravvedere due cicatrici segno
la collaborazione delle Suore Missionarie Dottrina indelebile salvadoregno, non più talare con bordo
Cristiana di cui era già cappellano, prima fra tut- rosso, ma comune talare nera e a volte un distintis-
te, suor M. Emerenziana Pasta che lo ha affianca- simo clergyman. Ciò che persisteva era il suo sim-
to in questa pastorale “itinerante” fino al 1995, patico linguaggio misto di italiano e spagnolo, qual-
anno della sua partenza per la missione congole- che sfumatura tedesca e durante la celebrazione
se. Nell’anno 2005 Don Arturo con altri volontari della Santa Messa, con solenne incisività alcune
si è recato in visita alla missione congolese por- espressioni latine. Rendiamo grazie al Signore per
tando in dono un tabernacolo come ricordo della Il dono di Don Arturo, che ha svolto nella nostra
precedente collaborazione pastorale e come se- Famiglia Religiosa il servizio di cappellano per quasi
gno di preghiera reciproca tra la parrocchia di venticinque anni; egli desiderava celebrare con noi
San Mario alla Torretta e la missione congolese il giubileo d’argento, ma il sisma del 6 aprile 2009
delle suore MDC. non lo ha permesso… le suore raccontano che in
quel brutto periodo non le ha abbandonate e in
Ricordando il nostro cappellano qualche occasione ha addirittura celebrato in gara-
Correva l’anno 1981, quando incontrai per la pri- ge.
ma volta Don Arturo nella parrocchia di San Sisto, Degna di nota la cura che aveva per la liturgia, ri-
insolitamente, si recò all’altare per celebrare la cordo quando con imponenza entrava tenendo in
Santa Messa domenicale delle ore 10.00 senza alto l’evangelario, seguito da una di noi con il turi-
alcun preavviso e senza presentarsi. bolo.
L’assemblea vide un uomo alto, longilineo, auste- Ricordo e numerosi segni durante i tempi forti di
ro, con il viso contornato da una insolita pettina- Avvento e Quaresima, ricordo il conto quotidiano
tura maschile: un caschetto brizzolato, troppo delle ore dal giorno di Pasqua fino alla Pentecoste:
preciso e troppo “immobile” per essere vero. Ri- un unico grande giorno…
cordo ancora quella Santa Messa perché in tanti Era il tempo della novena di Natale, e Don Arturo
fummo subito colpiti dal suo “italiano del tutto fu chiamato a presiedere: memorabile un suo ge-
particolare” comprensibile, ma con espressioni sto all’antifona : “Ecco, verrà il Re, il Signore della
simpaticamente un po’ sgrammaticate! terra…” Si alzò dalla sedia presidenziale, il trono,
Era da poco passato il Natale, infatti il Vangelo per cedere il posto al Re dei re della terra.
proclamato quella domenica era Matteo 2, 13-23: Ricordo la mensola sul presbiterio, alla sinistra
la fuga in Egitto di Giuseppe, con a sua sposa, la dell’altare apparecchiata con grande maestria: i
Vergine Maria e con Gesù, dopo aver appreso che vasi sacri erano “velati” con un piccolo drappo dello
re Erode il grande, pensava di far uccidere i bam- stesso colore della casula, alludendo alla ricchezza
bini di quella zona fino ai due anni di età. che nascondono e all’esigenza di non toccare con
Durante l’omelia, senza nulla specificare della sua mani impure gli oggetti sacri.
vita privata, velatamente si presentò, paragonan- Ricordo il suo battersi sul petto al momento del
dosi ad una persona in fuga, una fuga guidata dal “Confesso a Dio onnipotente… un battersi forte, se
Signore, come quella della Sacra Famiglia, e il ne sentiva il rumore, accompagnato da un profon-
“desierto” (proprio così pronunciò questa parola) do inchino con la testa verso il Tabernacolo.
che lo accolse per dargli riparo fu il Convento dei Ricordo i lunedì pomeriggio dedicati alle confessio-
frati minori di San Giuliano. Per i fedeli abituati a ni; un giorno attendevo il mio turno, c’era una suo-
vedere il saio, era insolito ammirare una veste ra nel confessionale e un’altra fuori attendeva con
talare molto elegante, contornata da una pellegri- me: il suo cappello nero poggiato sulla porticina del
na (la mantellina) con bordo rosso, lo stesso ros- confessionale, ad un certo punto prese il volo e
so che si poteva osservare nel bordo delle scarpe attraversando diametralmente la chiesa giunse al
nere, con lacci e in pelle lucida. Da quel giorno ti lato opposto. Credendo fosse caduto per errore, mi
sei fatto apprezzare in parrocchia, fu di valido alzai per raccoglierlo, lo poggiai sul banco accanto
aiuto ai frati per le celebrazioni e per le confessio- a me, ma interrompendo per pochi secondi la con-
ni, i giovani simpaticamente lo avevano sopran- fessione egli chiese di riaverlo ponendolo sempre
nominato “Don Desierto” ricordando la sua prima sulla porticina.