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alle nuove generazioni e per custodirlo oggi bisogna
osare strade nuove. Non possiamo accontentarci di
mettere a punto strategie di pura sopravvivenza, ma
regalarci la libertà necessaria per lanciare processi
nuovi. A volte ci pare di essere quasi completamente
ripiegati sulla gestione del quotidiano o su un eserci-
zio di semplice sopravvivenza. In questa maniera la
vita diventa grigia e la testimonianza profetica, senso
della nostra vita, rischia di affievolirsi o anche di spe-
gnersi. Possiamo vivere e generare vita, solo se ab-
biamo il coraggio di lasciarci accarezzare o anche
scuotere dal vento dello Spirito per il nostro oggi.
Possiamo vivere e generare vita se sappiamo racco-
gliere e condividere il sogno di Papa Francesco:
“Sogno una scelta missionaria capace di trasformare
ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il
linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un
canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo
attuale, più che per l’autopreservazione”. Non abbiate
paura di “lasciare gli otri vecchi”, affrontando la tra-
sformazione delle strutture dove ciò risulti utile per
un servizio più evangelico e coerente col carisma ori-
ginario. Le strutture, in certi casi, danno falsa prote-
zione e frenano il dinamismo della carità e del servi-
zio al Regno di Dio. Le strutture, in certi casi, danno
falsa protezione e frenano il dinamismo della carità e
del servizio al Regno di Dio. Ma alla base di questi
processi c’è sempre la gioiosa esperienza dell’incontro
con Cristo e della consacrazione a Lui, c’è la gioiosa
esigenza del primato di Dio e di non anteporre nulla a
Lui e alle cose dello Spirito, c’è il dono di manifestare
la sua misericordia e la sua tenerezza nella vita fra-
terna e nella missione”. Qual è il vino nuovo nella no-
stra vita: la presenza di nuove culture che sono ormai
il futuro delle congregazioni in termini anche numeri-
ci…. il cammino di condivisione del carisma con i laici,
l’accoglienza del cambiamento continuo, anche della
condizione giovanile, dei bisogni dei giovani stessi e
la necessità di accogliere tutto questo con serena
tranquillità e con l’ impegno al discernimento, essere
“elastici” e flessibili nelle scelte apostoliche. La neces-
saria ricollocazione di noi consacrati nell’apostolato;
la necessità di un’ economia di comunione più piena e
più vera dentro la congregazione. Quali sono gli otri
nuovi che ci sono necessari? Comunità profetiche più
aperte alla condivisione con i laici; governo più elasti-
co e flessibile e “leggero”, a partire dal basso, dalla
valorizzazione delle persone… formazione: da ripen-
sare nelle forme e nell’iter, nelle strutture, nell’unita-
rietà, nella sostenibilità; verifica delle sperimentazioni
apertura della mente e del cuore all’internazionalità e
all’interculturalità.
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