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HO VEDUTO…
             Al Convegno Nazionale Vocazionale che si è tenuto
             a Roma da 3 al 5 gennaio c/o l’ ex Domus Pacis, ora
             The  Church  Village  Hotel,  ho  partecipato  con  inte-
             resse  ed  entusiasmo  ed  HO  VEDUTO  una  chiesa
             giovane, in piedi ed in cammino, e sempre deside-
             rosa di ALZARSI E ANDARE fiduciosa nell’inedito di
             Dio, che chiama ad ogni età,  e per i già chiamati
             tutti i giorni, a buttarsi nell’insolito e ignoto domani.
             Giovani  sacerdoti,  religiosi/e  e  laici  hanno  testimo-
             niato  le  loro  risposte  al  tema  “ALZATI,  VA’  E  NON   DEDICATO  A  CHI  VUOLE  ALZARSI  E
             TEMERE con la forza della fede, aperta ad una lun-   ANDARE…
             gimirante speranza carica della carità trasformante   l mio segreto è volare, per volare  bisogna
             del SI’ al Signore che non delude nessuna creatura   avere le ali, come quelle che mi ha costrui-
             che si affida a Lui. Momenti particolarmente impor-  to mio Padre, sono ali fatte di carne, penne
             tanti per la riflessione che aiuta ad alzarsi e andare   e cera, sono ali pesanti, sembrano pesanti,
             sono stati: la lectio biblica sulla figura di Giona coa-  ma il loro peso, mi permette di non avere
             diuvata anche in modo figurativo da una compagnia    peso,  ho  imparato  dai  gabbiani  e  dalle
             teatrale;  la  relazione  di  Don  José  Tolentino  Men-  aquile,  hanno  ali  grandi,  più  pesanti  di
             doça,  Professore  all’Università  Cattolica  di  Lisbona,   quelle di tutti gli altri uccelli, che si librano
             nonché scrittore e poeta “dello spirito”.  Il tema da   alti nel cielo più a lungo di tutti, e guardano
             lui trattato: “Chiesa e vocazioni: il tempo della pro-  fisso il sole. Non mi sono mai accontentato
             fezia, della missione e della speranza”, credo abbia   della  terra,  io  volevo  guardarla  dall’alto,
             portato tutti i convegnisti in un appassionato viag-  sorprenderla  a  vivere  e  respirare  dall’alto.
             gio escursionistico tra i passi della Scrittura santa e   Tutto  passa,  le  sofferenze,  i  tormenti,  il
             la vita vissuta e spesa con audacia calcando sentieri   sangue,  ma  le  stelle  resteranno  anche
             sconosciuti. Proprio nel “non temere” si scopre che   quando  l’ombra del mio corpo non ci sarà
             “le strade vengono incontro a noi” proprio quando si   più sulla terra; così ho chiesto a mio Padre
             ha la sensazione di essersi smarriti, e qui gli esempi   le  ali,  Lui  è  un  inventore,  Creatore,  oltre
             degli  esploratori  hanno  reso  molto  bene  l’idea.  Il   che mio Padre, mi ha costruito e regalato le
             chiamato pertanto può definirsi il continuo esplora-  ali, le ha costruite per me, una protesi per
             tore di Dio, che chiama ad alzarsi, andare, non te-  la mia nostalgia del cielo, così ho comincia-
             mere… che equivale a… buttarsi accendendo nuovi      to  a  volare,  ad  innalzarmi  nel  più  alto  dei
             entusiasmi,  creando  possibilità  carismatiche  che  ci   cieli e accompagnare aquile e gabbiani nel-
             affermano nella nostra chiamata e missione. Ultimo   le  loro  caccie;  ma  poi  ho  avuto  nostalgia
             e  particolare  momento  è  stato  l’incontro  con  Papa   della terra, a guardarla dall’alto me ne sono
             Francesco  all’udienza  privata  per  solo  convegnisti   innamorato  come  mi  ero  innamorato  del
             nella  sala  Paolo  VI.  Il  Papa  ha  ripreso  il  tema  del   cielo,  perché  solo  dal  cielo  scopri  che  la
             Convegno invitando tutti all’accoglienza dei giovani,   terra è piena di stelle e di fuochi che si ac-
             a sviluppare la capacità di ascolto dei giovani, a pre-  cendono.  Quante  volte  mio  Padre  mi  ha
             gare per le vocazioni con le porte delle nostre chie-  riparato le ali, come un padre ripara la bici-
             se e cappelle di Istituti Religiosi aperte e non chiu-  cletta del figlio, e mi dice sempre: “Tu as-
             se,  perché  i  giovani  possano  entrare  e  il  tutto  ac-  somigli agli alberi, sospeso tra cielo e terra,
             compagnato da una grande testimonianza di vita. In   tu sei fatto per vivere in mezzo, tra cielo e
             definitiva per me l’esperienza è stata una bella boc-  terra,  tu  sei  fatto  per  unirli  e  quando  non
             cata di ossigeno che ritempra la vita e mi dà la vo-  avrai più le forze farai come i martin pesca-
             glia di essere nuova ogni giorno, fidandomi dell’ine-  tori, che si adagiano sul dorso degli alcioni
             dito di Dio che va oltre i limiti della mia umanità.   che li portano ancora in alto quando loro da
                                    Madre  Maristella Galvani     soli non riescono più”. E quando cadrò or-
                                                                  mai stanco, vorrei ascoltare ancora una vol-
                                                                  ta quella canzone che mia madre un tempo
                                                                  cantava… “le foglie cadono, cadono, come
                                                                  se i giardini lontani avvizzissero i cieli e nel-
                                                                  le notte cade, cade, la terra pesante da tut-
                                                                  te le stelle, noi tutti cadiamo, questa mano
                                                                  cade, eppure c’è UNO che senza fine, dol-
                                                                  cemente tiene questo cadere nelle sue ma-
                                                                  ni.
                                                                         Tu, giovane, alzati e va,
                                                                        impara a vedere la realtà
                                                                    dalla stessa prospettiva di Dio,
                                                                    dall’alto, dove risuona una voce
                                                                          che ti invita a seguirlo
                                                                              senza temere.

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