Page 5 - MDC Informa n.53
P. 5
HO VEDUTO…
Al Convegno Nazionale Vocazionale che si è tenuto
a Roma da 3 al 5 gennaio c/o l’ ex Domus Pacis, ora
The Church Village Hotel, ho partecipato con inte-
resse ed entusiasmo ed HO VEDUTO una chiesa
giovane, in piedi ed in cammino, e sempre deside-
rosa di ALZARSI E ANDARE fiduciosa nell’inedito di
Dio, che chiama ad ogni età, e per i già chiamati
tutti i giorni, a buttarsi nell’insolito e ignoto domani.
Giovani sacerdoti, religiosi/e e laici hanno testimo-
niato le loro risposte al tema “ALZATI, VA’ E NON DEDICATO A CHI VUOLE ALZARSI E
TEMERE con la forza della fede, aperta ad una lun- ANDARE…
gimirante speranza carica della carità trasformante l mio segreto è volare, per volare bisogna
del SI’ al Signore che non delude nessuna creatura avere le ali, come quelle che mi ha costrui-
che si affida a Lui. Momenti particolarmente impor- to mio Padre, sono ali fatte di carne, penne
tanti per la riflessione che aiuta ad alzarsi e andare e cera, sono ali pesanti, sembrano pesanti,
sono stati: la lectio biblica sulla figura di Giona coa- ma il loro peso, mi permette di non avere
diuvata anche in modo figurativo da una compagnia peso, ho imparato dai gabbiani e dalle
teatrale; la relazione di Don José Tolentino Men- aquile, hanno ali grandi, più pesanti di
doça, Professore all’Università Cattolica di Lisbona, quelle di tutti gli altri uccelli, che si librano
nonché scrittore e poeta “dello spirito”. Il tema da alti nel cielo più a lungo di tutti, e guardano
lui trattato: “Chiesa e vocazioni: il tempo della pro- fisso il sole. Non mi sono mai accontentato
fezia, della missione e della speranza”, credo abbia della terra, io volevo guardarla dall’alto,
portato tutti i convegnisti in un appassionato viag- sorprenderla a vivere e respirare dall’alto.
gio escursionistico tra i passi della Scrittura santa e Tutto passa, le sofferenze, i tormenti, il
la vita vissuta e spesa con audacia calcando sentieri sangue, ma le stelle resteranno anche
sconosciuti. Proprio nel “non temere” si scopre che quando l’ombra del mio corpo non ci sarà
“le strade vengono incontro a noi” proprio quando si più sulla terra; così ho chiesto a mio Padre
ha la sensazione di essersi smarriti, e qui gli esempi le ali, Lui è un inventore, Creatore, oltre
degli esploratori hanno reso molto bene l’idea. Il che mio Padre, mi ha costruito e regalato le
chiamato pertanto può definirsi il continuo esplora- ali, le ha costruite per me, una protesi per
tore di Dio, che chiama ad alzarsi, andare, non te- la mia nostalgia del cielo, così ho comincia-
mere… che equivale a… buttarsi accendendo nuovi to a volare, ad innalzarmi nel più alto dei
entusiasmi, creando possibilità carismatiche che ci cieli e accompagnare aquile e gabbiani nel-
affermano nella nostra chiamata e missione. Ultimo le loro caccie; ma poi ho avuto nostalgia
e particolare momento è stato l’incontro con Papa della terra, a guardarla dall’alto me ne sono
Francesco all’udienza privata per solo convegnisti innamorato come mi ero innamorato del
nella sala Paolo VI. Il Papa ha ripreso il tema del cielo, perché solo dal cielo scopri che la
Convegno invitando tutti all’accoglienza dei giovani, terra è piena di stelle e di fuochi che si ac-
a sviluppare la capacità di ascolto dei giovani, a pre- cendono. Quante volte mio Padre mi ha
gare per le vocazioni con le porte delle nostre chie- riparato le ali, come un padre ripara la bici-
se e cappelle di Istituti Religiosi aperte e non chiu- cletta del figlio, e mi dice sempre: “Tu as-
se, perché i giovani possano entrare e il tutto ac- somigli agli alberi, sospeso tra cielo e terra,
compagnato da una grande testimonianza di vita. In tu sei fatto per vivere in mezzo, tra cielo e
definitiva per me l’esperienza è stata una bella boc- terra, tu sei fatto per unirli e quando non
cata di ossigeno che ritempra la vita e mi dà la vo- avrai più le forze farai come i martin pesca-
glia di essere nuova ogni giorno, fidandomi dell’ine- tori, che si adagiano sul dorso degli alcioni
dito di Dio che va oltre i limiti della mia umanità. che li portano ancora in alto quando loro da
Madre Maristella Galvani soli non riescono più”. E quando cadrò or-
mai stanco, vorrei ascoltare ancora una vol-
ta quella canzone che mia madre un tempo
cantava… “le foglie cadono, cadono, come
se i giardini lontani avvizzissero i cieli e nel-
le notte cade, cade, la terra pesante da tut-
te le stelle, noi tutti cadiamo, questa mano
cade, eppure c’è UNO che senza fine, dol-
cemente tiene questo cadere nelle sue ma-
ni.
Tu, giovane, alzati e va,
impara a vedere la realtà
dalla stessa prospettiva di Dio,
dall’alto, dove risuona una voce
che ti invita a seguirlo
senza temere.
5