Page 5 - Piero Gasparini - La "mia" Bolivia
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RICORDO DEL MIO PRIMO VIAGGIO
NELLA VITA E NELLE OPERE
DI PADRE REMO PRANDINI VIOTTI
IN TERRA DI BOLIVIA
a anni se ne parlava, sicuramente da dopo la morte di Padre
Remo, da quel dicembre del 1986 allorché proprio il giorno di
DNatale un canalone d’acqua, ingrossato dalle quotidiane piogge
tropicali, consegnò a Dio l’anima e il corpo di un lodrinese per noi
diventato affascinante e misterioso allo stesso tempo.
Tornava in Valtrompia assai raramente, per la verità.
Personalmente l’ho incontrato una sola volta, a cavallo degli anni
Ottanta. Raccontava tutto e niente, soleva ripetere ai suoi amici: “È inutile
che vi dica, bisogna vedere”.
Ed abbiamo visto - ma senza di lui - ciò che lui ha fatto, ciò che per lui
si è realizzato, ciò che di lui ad oltre sette anni dalla sua morte tutti là
dicono.
Là, ad Hardeman: un nome storpiato di una località molto più lontana,
oggi qualche centinaio di capanne poste intorno ad una “piazza”, la piazza
Padre Remo Prandini Viotti, con il suo monumento, con lo steccato intorno
a difenderlo dagli animali che mangiucchiano volentieri i fiori che ogni
mattina mani ignote e silenziose depongono ai piedi del bronzo che la
sorella Valeria là ha mandato.
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