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La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due
 orchestra di diversi componenti, di tutte le età perché la fatica e la bellezza della comunità è cercare l’armonia che fa emergere la comunione nella diffe-
 renza. Ciascuno suona il proprio strumento, ovvero dà  il proprio contributo a servizio della comunità. Insieme può trasparire dai gesti la carità che è il bagliore dello Spirito nella storia.


           Suor Samuela Rigon
           Divento io di fronte al tu
           Chi sono io? Chi sei Tu? Ogni uomo, risponde presto o tardi alla prima domanda. Non è però suffi-
           ciente rispondere a questa, perché comprendo chi sono quando mi metto davanti a un tu, quando mi
           metto in dialogo con il Signore. Ciò che ci differenzia e ci rende liberi è l’aver scelto di rispondere alla
           domanda: Chi sono io?, mettendo al centro la seconda: Chi sei tu per me, Signore? Tante volte, nella
           vita, perdiamo tempo a domandarci: chi sono io? Ma è più importante: Per chi sono io? Tu sei per
           Dio. Ma Lui ha voluto che tu sia anche per gli altri e ha posto in te molte qualità, inclinazioni, doni e
           carismi  che  non  sono  per  te,  ma  per  gli  altri.  Ricorda:  non  si  può  scoprire  la  propria  vocazione-
           missione guardando solamente dentro di sé. Si tratta di iniziare al guardare fuori per riconoscere la
           chiamata che viene dalla realtà, dalla storia, dai fatti, dalle occasioni, dai volti dei fratelli e delle sorel-
           le che gridano e invocano vicinanza, accoglienza, prossimità. La vocazione non è mai soltanto mia o
           solo per sé ma è sempre per qualcun altro, a servizio di qualcuno, è una chiamata all’amore. Rileg-
           gendo Mc 10,17-22 faccio memoria del mio sentirmi amato/a da Dio. Attraverso quali persone sento
           risuonare in me il suo amore? Faccio memoria grata del momento in cui ho riconosciuto nella Parola e
           nella Storia la mia vocazione personale. Per chi sono io? Riflettendo sulla propria vocazione
                                              non  si deve pensare dove si potrebbe guadagnare di più, o dove si
                                              potrebbe ottenere più fama e prestigio sociale, e non si dovrebbe
                                              nemmeno  cominciare  chiedendosi  quali  compiti  ci  darebbero  più
                                              piacere.  Occorre  cambiare  prospettiva  e  chiedersi:  io  conosco  me
                                              stesso, al di là delle apparenze e delle mie sensazioni? So che cosa
                                              dà gioia al mio cuore e che cosa lo intristisce? Come posso servire
                                              meglio ed essere più utile al mondo e alla Chiesa? Ho le capacità
                                              necessarie  per  prestare  quel  servizio?  Oppure,  potrei  acquisirle  e
                                              svilupparle? Queste domande devono essere poste non in relazione
                                              a sé stessi e alle proprie inclinazioni, ma piuttosto in relazione agli
                                              altri, nei loro confronti, in modo tale che il discernimento imposti la
                                              propria vita in riferimento agli altri.


                                                          Preghiera per la 58a Giornata Mondiale
                                                                di Preghiera per le Vocazioni

                                                                         Ti lodiamo Dio,
                                                                        Padre buono,
                                                                perché hai voluto la vita dell’uno
                                                                    legata alla vita dell’altro;
                                                                   creandoci a tua immagine
                                                                      hai depositato in noi
                                                                 questo anelito alla comunione
                                                                       e alla condivisione:
                                                                        ci hai fatti per Te
                                                                      e per andare con Te
                                                                     ai fratelli e alle sorelle,


            Ti lodiamo Dio,                                        Ti lodiamo Dio,
            Signore Gesù Cristo,                                   Spirito Santo,
            unico nostro Maestro,                                  datore di vita,
            per esserti fatto figlio dell’uomo.                    perché in ognuno di noi
            Ravviva in noi                                         fai vibrare la tua creatività.
            la consapevolezza                                      Nella complessità di questo tempo
            di essere in Te un popolo di figlie e figli,           rendici pietre vive,
            voluto, amato e scelto                                 costruttori di comunità,
            per annunciare                                         di quel regno di santità e di bellezza
            la benedizione del Padre verso tutti.                  dove ognuno,
                                                                   con la sua particolare vocazione,
                                                                   partecipa di quell’unica armonia
                                                                   che solo Tu puoi comporre.
                                                                   Amen.
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