Page 1 - MDC Informa n.84
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...A Mons. Pellegrino Stagni nella guida dell’arcidio-
          cesi di L’Aquila, nel 1918 succede Mons. Adolfo Tur-
          chi; sotto il suo governo spirituale, l’Istituto vive un
          periodo  di  serenità  nella  nuova  sede  in  Piazza  del
          Cardinale,  e nel 1923 vede ancora una volta rinno-
          vata la Regola e le Costituzioni, adeguate al nuovo
          codice di diritto canonico emanato nel 1917 da Papa
          Benedetto  XV  (anche  detto  Codice  Pio  Benedettino
          perché elaborato durante i due pontificati di Pio X e
          Benedetto  XV)  ed  entrato  in  vigore  il  19  maggio
          1918.

          Nel  Decreto  arcivescovile  che  promulga  le  nuove
          Costituzioni,  è  significativa  la  paterna  e  beneaugu-
          rante citazione:
          “Piaccia a Dio che questa comunità religiosa fiorisca
          per pietà e cresca di numero, così che possa lavora-
          re  con assiduità e frutto nell’insegnamento del cate-
          chismo”.

          Sempre nel 1923, precisamente il 5  aprile,  l’Istitu-
          to,  grazie  alla  benemerenza  di  Mons.  Turchi,  gode
          del conferimento del Diritto diocesano.

          La storia delle MDC continua con l’apertura di nuove           Padre Nunzio Farina ofm

          case grazie al crescente numero di vocazioni.

          Ecco quanto riporta la cronistoria in archivio:         La  casa  in  Via  Probo  Mariano  n.8  diventa
                                                                  luogo di accoglienza e catechesi per uomini
          Il 5 novembre 1910 la famiglia religiosa fa il suo in-  e donne di ogni età, senza trascurare la pre-
          gresso a Sulmona,  varca la medievale Porta Pacen-      parazione  ai  bambini  di  prima  comunione
          trana e si stabilisce in Via Probo Mariano n.8. Quale   della vicina parrocchia S. Agata, detta S. Fi-
          fu la via provvidenziale che condusse le religiose in   lippo. Si avverte anche la necessità di anda-
          questa città? Per capirlo occorre conoscere la figura   re in aiuto alle giovani studentesse dei paesi
          di Padre Nunzio Farina, frate minore nato a Scanno      vicini  che  non  sapevano  come  raggiungere
          nel 1830 più volte guardiano di molti conventi della    la città, quindi la casa diventa anche centro
          provincia  d’Abruzzo  e  ministro  provinciale  dal  1897   di accoglienza per giovani studentesse. Non
          al  1901.  Proprio  durante  il  suo  mandato,  giunto  a   manca con il tempo, l’apertura di una scuola
          Sulmona, riceve in confidenza da Donna Maria Con-       materna per i bambini del Borgo Pacentrano.
          ti,  il  suo  desiderio  di  dar  vita  a  una  comunità  del   Più  tardi,  durante  il  secondo  conflitto  mon-
          “divoto” Istituto Dottrina Cristiana. Ella che era già   diale, emerge la forte figura di Suor Pia Bafi-
          stata, più volte benefattrice insigne dei frati minori   le,  allora  superiora  locale:  grazie  alla  sua
          della provincia, pensò di devolvere tutto il suo ricco   astuzia, un partigiano, Panfilo Di Iorio, ven-
          patrimonio a favore delle suore “Dottrinarie,” e quin-  ne travestito da “Ecce Homo” e posizionato
          di a beneficio della “città patria,”  contentandosi di   immobile in una delle tante nicchie che con-
          condurre vita povera, con dette suore, a L’Aquila, da   ducevano  alla  cappella.  I  nemici,  nella  loro
          dove  ne  partirono  quattro,  destinate  a  Sulmona  in   furiosa ricerca, non solo non lo riconobbero,
          via  Probo  Mariano  n.8  nella  casa  intitolata  a  Maria   ma addirittura  al loro passaggio fecero l’in-
          Santissima Immacolata.                                  chino alla presunta statua.
          Padre  Nunzio  Farina  aiuta  la  comunità  a  crescere   Dopo il suo ritorno alla Casa del Padre, il 14
          spiritualmente; era in quel tempo Superiora Genera-     gennaio  1987,  a  Sulmona  (  era  sindaco  il
          le Madre Agnese Epifani che scrive suddette memo-       Dottor Franco La Civita e Presidente  della
          rie nel 1912.
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