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In questo periodo di controversie l’Arcivescovo Mons.
Chiesa S. Caterina
Martire Luigi Filippi agisce con estrema cautela e saggezza: nel
1865 porta in stampa “Il Catechismo di Dottrina Cristia-
na” che porrà poi all’attenzione e allo zelo dei parroci
della diocesi.
Le due prime biografe di Madre M. Francesca: Suor An-
gela Giannangeli e Suor Colomba Barbarossa sono con-
cordi nel raccontare che la giovane dopo l’uscita dal
monastero, pur tornando in famiglia a Castiglione, non
abbandona il suo ideale di crescere nella strada della
fede e di assumere un impegno sociale volto alla salvez-
za delle anime.
Più tardi dunque, in data sicuramente successiva al
1867 e per motivi non documentati, Maria Nicola Santa,
si reca nuovamente a L’Aquila e vi resta in compagnia di
sua madre M. Grazia De Matteis e delle sue sorelle Albi-
na e Florinda; ad esse si aggiunge più tardi la sorella
Decorre l’anno 1862, l’Italia da appena un Felicia Antonia. E’ in questo periodo che la giovane in-
anno (17 marzo1861) vive la sua esperien- contra più volte Mons. Filippi e si delinea chiaramente il
za di stato unitario, dopo un lungo periodo suo proposito: donare la sua vita al Signore e operare
di dominazione straniera, ma gli eventi sto- per la edificazione della fede. Ella coglie tra la gente, i
rici del passaggio dalla frammentazione ,al segni di un malessere legato alle crescenti carenze mo-
nuovo stato, portano a molte tensioni so- rali e spirituali. L’Arcivescovo le affida l’incarico dell’inse-
ciali che segnano anche l’arcidiocesi aquila- gnamento della dottrina cristiana utilizzando il testo da
na. Nonostante la tradizionale caratterizza- lui proposto, presso la chiesa di S. Quinziano, una par-
zione religiosa della popolazione e la rile- rocchia del centro storico.
vante presenza di sacerdoti e di istituti di
vita consacrata, la città soffre per le tante
ferite provocate dall’anticlericalismo di Dimora con la madre e le sorelle in casa Zucher in Via
stampo francese che mira alla soppressione Fortebraccio e successivamente, affidata dall’Arcive-
di chiese ed istituti. scovo alla cura spirituale di due colti sacerdoti aquilani:
Mons. Giovanni Battista Vastarini Cresi Canonico della
Da tale clima non resta indifferente Maria Cattedrale di San Massimo e di Mons. Angelo Aloisio,
Nicola Santa che ha iniziato da poco la sua parroco della chiesa S. Pietro Coppito, si trasferisce al
esperienza presso il monastero delle cele- palazzo Vastarini-Cresi che si affaccia in Piazza S. Pie-
stine annesso alla chiesa di Santa Caterina tro –Coppito. L’accesso alle stanze occupate dalle so-
Martire a L’Aquila. Motivi di salute cagione- relle De Sanctis è però in un portoncino dell’adiacente
vole, messi a dura prova dall’austera vita Via San Domenico e non il monumentale portone sito
monastica, costringono la giovane ad usci- in Via Roma e Piazza S. Pietro Coppito.
re dal Monastero. La cronistoria custodita
nell’archivio dell’Istituto narra a riguardo di Palazzo Vastarini– Cresi
un sogno premonitore. Suor Teresa, mona-
ca Celestina morta da qualche tempo, sem-
bra sia apparsa a Maria Nicola Santa, du-
rante la sua malattia, inducendola ad inter-
rompere il suo cammino in monastero e
preannunciandole nuovi divini disegni.
L’uscita della giovane dal monastero sem-
bra un presagio: nel gennaio del 1863 le
autorità civili requisiscono il monastero che
diventa una caserma militare e costringono
le monache a rifugiarsi altrove.